Autore: Laura

  • mente: istruzioni per l’uso

    Storie dello Yoga Vashistha – Edizioni Vidyananda
    All’incirca un anno fa, il sito yoga.it ha pubblicato una mia recensione su questo libro. L’avevo scelto perché mi piaceva l’dea che un testo poco conosciuto ricevesse un barlume di attenzione. 

    Infatti amo da sempre i racconti e credo che il contenuto simbolico di una storia bella possa diventare una spinta irresistibile sul cammino della consapevolezza…troppo? Beh, almeno un tentativo di migliorare la conoscenza di se stessi…ancora eccessivo? 
    Di sicuro le storie narrate sono un modo originale per cogliere elementi importanti del sistema filosofico che lo Yoga sottende.

    “Quanti di noi rischiano di scoraggiarsi di fronte ad un testo sulla filosofia Yoga? 
    Affascinati e abbagliati dalla complessità dei concetti, dalla precisione e dall’oscurità dei termini che li descrivono, possiamo dubitare di poterli davvero comprendere. Ebbene, questo libro risolve le titubanze del ricercatore perplesso, motivato ma consapevole delle difficoltà. 
    Infatti si mette a disposizione, fin dalla dedica iniziale, di “chi non è né completamente ignorante né illuminato, e che pensa “Sono schiavo, devo liberarmi!”.
    Come rendere accessibile un sistema filosofico complesso e fondato sulla pratica, in un unico testo?” 
    continua qui.


  • Romagna a testa ingiù (prima parte)


    Se dico Romagna e vien da pensare riviera-discoteche-sballo-serate, allora si è impantanati nello stereotipo.
    Se dico Romanga e viene in mente una terra colma di sfumature, in cui ogni angolo esprime la propria particolarità, allora si può iniziare a capire perchè l’ho scelta come sede di ben due residenziali, quest’estate (estate? Beh, sì, prima o poi arriverà davvero…).

    L’ho cercato sull’appennino Tosco Emiliano.
    L’ho trovato un po’ dopo Forlì.
    È  un borgo, si chiama Portico di Romagna e credo abbia un numero di abitanti inferiore a quello degli inquilini del palazzo in cui vivo.
    È un luogo magico, in cui si respira l’aria pulita del parco naturale, il silenzio è sottolineato dal cinguettare sugli alberi e dallo scorrere dei ruscelli. Solo in un posto così poteva esistere il vulcano più piccolo del mondo…
    Qui andremo a fine maggio, in un albergo che, del convento che era, conserva le mura spesse, le finestre grandi e gli ambienti ampi. Adesso brilla di iniziative creative, conosciuto molto all’estero e pochissimo in Italia, e l’ho scelto per la bellezza dei dintorni e per l’accoglienza gaudente ed educata che ho incontrato.
    È il posto adatto per lo Yoga, ho pensato.
    E mi piace che la scelta delle locations, ogni tanto, possa essere controcorrente, oltre gli stereotipi.
    Un po’ a testa all’ingiù.


  • il tappetino (yoga) volante

    Ha lo sguardo limpido e i ricci raccolti, ha voce e modi gentili.
    Esile, a guardarla qualcuno la direbbe una che parte abitualmente per le spiagge di qualche costa turistica.
    Invece lei ama la montagna difficile dell’arrampicata e, quando parte, non va ai Caraibi.
    Quando parte, lei, va in Ruanda.
    Ci va con valige enormi, che riempie all’inverosimile di vestiti per bambini: un abbraccio per gli orfani di un paese insanguinato.
    Va in Ruanda e poi racconta con calma e semplicità la sua permanenza. Usa parole vibranti e misurate, perché, insieme ad ogni immagine che stringe il cuore, si apra anche uno scenario di speranza.
    L’idea dell’iniziativa dal Benessere al Buon Vivere è nata dai suoi resoconti.
    Testimonianze a bassa voce, retaggio di quell’istinto che i visitatori sviluppano subito in un paese dalle libertà soffocate e imprigionate, dove chi arriva impara a sussurrare per proteggere il coraggio di quelli che, qui, vivono e operano silenziosamente, per non dare nell’occhio. E ottenere il visto per il suo prossimo viaggio potrebbe diventare impossibile, se il suo nome venisse pubblicato.
    Grazie al suo sguardo generoso, grazie alla grande disponibilità delle persone che hanno partecipato alla serata, ieri sera lo Yoga è andato molto lontano*.
    Fino al cuore pulsante dell’Africa.


    * abbiamo sostenuto l’associazione Jardin de los Ninos

  • dal Benessere al Buon-Vivere, ovvero la pratica oltre il tappetino

    Era fine aprile e mi accorgo ora dell’anniversario.
    La sua gentilezza corrispondeva esattamente all’idea che mi ero fatta di una maestra di Yoga, dunque mi trovai subito a mio agio, debuttando da allieva.
    Se lei, che sarebbe diventata la mia prima maestra, quella primavera di tanti anni fa mi avesse esclusa a causa del mio scarso tempismo (i corsi iniziano in autunno, mica in primavera…), chissà se insegnerei, oggi. Mantengo questa promessa implicita di accoglienza e accetto sempre i neofiti, anche a giugno. Ho sviluppato quindi un metodo didattico per seguire tutti, neofiti e non, e in questi anni  non ho mai avuto il desiderio di proporre una lezione o un workshop esclusivamente ad  esperti, tant’è che i corsi nel sito sono stati chiamati “Yoga per tutti”.

    Non ha senso attribuire un “grado” a chi, da anni o da una lezione, frequenta un corso di Yoga: non siamo mica nell’esercito! Un’esperienza individuale non può avere livelli.

    Ma.
    In questi giorni si è materializzata, letteralmente, l’idea di farlo.
    Per una volta.
    Perché?
    È bello sentirsi parte di un gruppo che segue la lezione, ed è bello essere guidati. Si va al corso, ci si concentra, si esce ogni volta un po’ diversi, in genere sentendosi meglio (sennò perché farlo?).
    Sì, ma poi?                                                              

    Il fatto è che  il senso di una pratica sta in un tempo quotidiano, anche se breve, piuttosto che in grandi abbuffate irregolari.
    Perché il benessere che si vive dopo la lezione non si dissolva, ma rinasca ogni giorno.
    Perché la capacità di ascoltarsi che lo Yoga affina esca dal tappetino e diventi parte della vita in ogni momento: solo allora il Ben-essere diventa, finalmente, Buon Vivere.
    Allora è nata l’idea di una lezione impostata per incoraggiare la pratica personale, che stia al di là e al di fuori dei corsi, per significare che la pratica, quella vera, si fa per conto proprio.  
    Una lezione silenziosa, che potrebbe lasciare (forse) un neofita perplesso: per la prima volta l’invito è stato rivolto a chi ha già sviluppato una propria esperienza.
    Una lezione a offerta libera, perché le donazioni raccolte portino anche verso altri luoghi e altre vite un poco di Vivere se non Buono, almeno migliore.


  • ti presento…lo Yoga


    E’ domenica pomeriggio e il sole è già un buon inizio.
    Dentro la sala i tappetini sono ordinati, l’ambiente è accogliente al punto giusto e tra poco ciascun posto sarà occupato da un neofita dello Yoga, curioso di “assaggiare” la pratica: dopotutto, si tratta di una domenica divulgativa.


    Per qualche attimo ancora, però, qui dentro ci siamo solamente il sole ed io.

    Come in altre occasioni, oggi mi troverò a raccontare cos’è, lo Yoga.

    E siccome insegno da tempo, so che c’è un modo, per dirlo, col fascino rassicurante delle spiegazioni “classiche”.

    Ma siccome lo Yoga mi ha cambiato la vita, so anche che quello che rappresenta per me non si lascia dire davvero, perché il significato profondo si trova in uno spazio speciale che le parole non possono raggiungere.
    L’arrivo dei partecipanti mi mette nei loro sguardi e mi ritrovo definire il termine Yoga e a descrivere l’origine: lontana nel tempo, lontana nello spazio.
    Rimane, non detto, l’indicibile: il motivo per cui qualcosa di così “lontano” nel tempo e nello spazio ha conquistato la mia vita in modo irriducibile…allora racconto una storia per spiegare che la ricerca va fuori, e lontano, solo in apparenza. Racconto che questa disciplina è lo strumento più potente e prezioso per conoscere me stessa. Qualcosa che mi ha totalmente affascinata e catturata fin dall’inizio, dal primo incontro, tanti anni fa, e continua a spingermi verso la cosa più preziosa: l’autenticità.
    Quello che non ho detto, domenica scorsa, è che, come i grandi amori, lo Yoga per me resiste al tempo e alle sfide del quotidiano. Quello che non ho detto è che la mia vita, da quel lontano giorno, ha preso una direzione precisa e irresistibile e difficile da spiegare e allora devo sperare che parole pallide, racconti e definizioni, trasmettano comunque lo stupore, la meraviglia continua e il profondo rispetto.

    Un tempo, quando qualcuno mi chiedeva cos’è lo Yoga, rispondevo asciutta “Non è una cosa che si dice, è una cosa che si fa”. 

    Adesso, forse, risponderei che lo Yoga non è una cosa che si fa, ma che si è.



    Ps: i neofiti si sentano rassicurati dal fatto che gli effetti collaterali descritti nel post riguardano una percentuale trascurabile di praticanti (tipo, me). Agli tutti gli altri, lo Yoga, fa bene…


error: Content is protected !!