latitudine senza terra?
Walker (Tsai Ming-liang, 2012) from vanslon on Vimeo.
mi piace tanto stare nei suoi passi, nella sua dimensione senza spazio, nella consapevolezza estrema che lascia solo punti di riferimento interni.
Walker (Tsai Ming-liang, 2012) from vanslon on Vimeo.
mi piace tanto stare nei suoi passi, nella sua dimensione senza spazio, nella consapevolezza estrema che lascia solo punti di riferimento interni.
cosa dice chi c’era a questa settimana di Yoga… “anche se non mi sembra cambiato nulla qui, sicuramente è cambiato qualcosa in me” “[…] le piantine germogliate dentro di me resistono agli attacchi della consuetudine così come all’inerzia dei nodi della mia personalità; sono però sicuro che la loro sarà una crescita che mi accompagnerà…
“Voglio fare quello che hai fatto tu”- ha gli occhi lucidi di entusiasmo – “voglio una vita come la tua”. La guardo, e il mio sguardo implora pietà.Lei, implacabile, continua: – “Voglio insegnare Yoga, e vivere insegnando Yoga”. Lasciarmi senza parole non è facile, ma lei c’è riuscita.Nessuno vorrebbe davvero una vita come quella di…
Racconto d’India di Francesco Castellano, Yogin, giocoliere, arrampicatore e molto altro. Le giravolte della Vita hanno stranamente – ma nemmeno troppo – legato il suo viaggio ad un altro cammino indiano, il mio, avvenuto un anno prima (almeno così dicono i calendari…). Grazie mille, Francesco!———-Dr.Shanti– Che ci fai qui in India? Citta Vrtti- Sempre bello…
“perdersi è l’unico modo per trovare un posto che sia introvabile. altrimenti chiunque saprebbe dove trovarlo” è la frase di un blockbuster, poco intellettuale, uno di quei film che ti riempiono gli occhi e svuotano il cervello. a volte ci sono più verità in un dialogo de “Pirati dei Caraibi” che in tonnellate di chiacchiere filosofiche.
Vivere lo Yoga nel numero 56, in edicola a maggio/giugno 2014 Antonella Malaguti, yogini e giornalista, è un’attenta osservatrice del mondo Yoga e ha la rara capacità di riuscire a descriverlo in modo semplice e accessibile a tutti. All’interno dell’articolo “Yoga in valigia – vacanze all’insegna del benessere”, ha dedicato una particolare attenzione ai nostri…
Ha lo sguardo limpido e i ricci raccolti, ha voce e modi gentili.Esile, a guardarla qualcuno la direbbe una che parte abitualmente per le spiagge di qualche costa turistica.Invece lei ama la montagna difficile dell’arrampicata e, quando parte, non va ai Caraibi.Quando parte, lei, va in Ruanda.Ci va con valige enormi, che riempie all’inverosimile di…
'non ce la farò mai' ormai non fa più parte del mio orizzonte mentale.
dalla candela in poi.
ce l'ho fatta anche a seguire tutto il percorso del camminatore.
non è il momento, per me, del 'come': semmai del 'cosa'.
cosa è importante di ciò che mi circonda?
cosa voglio da te, me, voi, noi?
cosa mi serve per vivere, cosa per far vivere i miei cari?
cosa posso eliminare?
cosa rimarrà poi?
ho perso tutti i liquidi, e mi serve qual-cosa per contenerli quando finalmente ricomincerò a riceverne. quel qual-cosa è certamente dentro di me, anzi a dir la verità un po' so che cos'è, è che è diventato piccolo piccolo piccolo. devo farlo ricrescere, per vedere che forma ha.
per farlo ricrescere devo annaffiarlo: annaffiare un vaso per farlo ricrescere in modo da rendergli possibile tornare a contenere la terra ed il liquido che ho perso: sembra un viaggio circolare, mai cominciato davvero, e senza punto di arrivo.
e un po' lo temo questo viaggio:
quale sarà il percorso?
chi mi indicherà la strada?
chi mi accompagnerà?
troverò ristoro ogni tanto?
farà caldo, freddo, sarà notte, giorno
come sarà il viaggio?
come sarà il viaggio?
come.
il camminatore si interessa solo di questo, ma non fa domande: sperimenta risposte.
ci mostra l'essenzialità delle risposte (il movimento, il vestito, il cibo) ma non nasconde la fatica che si deve fare per raggiungerla.
la fatica che piega la testa.
prendo da lui, per ora, solo lo spunto per la semplificazione e la conferma della fatica che si deve fare per raggiungere l'essenzialità: la prima virtù serve per alleggerire il bagaglio e quindi per intraprendere più 'leggero' il viaggio verso la seconda.
il mio viaggio circolare sarà probabilmente una spirale centripeta, che tornerà ad aprirsi solamente una volta che avrò capito bene bene bene che cosa sto cercando.
che forma ha il mio vaso nascosto.
ce la farò, a capirlo, dovessi consumare tutte le candele del mondo.
grazie ancora.
ciccio
in effetti la postura della testa farebbe intendere che a guardar solo dentro, a fregarsene del "dove" (e anche del "cosa" e di tutto), i cervicali rischiano di risentirne un po'.
a leggerti vien da consigliarti, consigliare a me stessa e (quindi) a chiunque, di "fluire" un po di più.
che il "cosa", il "dove" e tutto il resto (taccio della domanda peggiore, il "perché"!) impediscono ai piedi di stare nei passi.
magari il walker fa fatica (forse!) a raggiungere l'essenzialità, ma non è mica detto che anche noi si debba fare la stessa fatica sua, che gli incrina i cervicali, e potrebbe essere sensato smettere di pensare di dover fare sforzi: spesso questo basta a dimezzare i sudori (e il sangue e le lacrime…).
"ce" lo auguro, a tutti!
un abbraccio, alla prossima
ps: la modalità della concentrazione sulla candela si chiama Trataka, trovi un post anche qua: http://keyoga.blogspot.it/2010/05/tratache-trataka.html