Categoria: Femminile

  • La luna nel pozzo: 4 incontri di yoga per la donna a Verona

    yoga per la donna
    yoga per la donna

    Yoga per la Donna

    Crea le tue basi per usare il femminile come una marcia in più, anziché come un peso, come invece vorrebbe la società patriarcale in cui siamo immerse.

    Il percorso La Luna nel Pozzo – Yoga per la donna ti porta a:

    • smettere di pretendere di essere a-ciclica, come la società di fatto pretende tu sia
    • saper essere assertiva e funzionale
    • avere un rapporto più autentico anche con il mondo che ti circonda.

    La Luna nel Pozzo – Yoga per la Donna

    • è un progetto originale e innovativo dedicato alle persone socializzate come donne, di ogni età,
    • neofite dello Yoga o praticanti o insegnanti di Yoga ma anche neofite,

    per facilitare una nuova consapevolezza del Corpo Femminile.

    Dal 2009 ad oggi hanno partecipato alla Luna nel Pozzo
    ragazze molto giovani e donne in menopausa
    ginecologhe, fisioterapiste,
    insegnanti di Yoga, atlete, terapeute,
    e hanno trovato elementi utili per trasformare se stesse innanzitutto e il proprio lavoro. (altro…)

  • Lunatiche (a Nord Est)

    Lunatiche (a Nord Est)

    Lo Yoga è donna?
    Sì (e no).

    , certo, basta mettere il naso in una lezione qualsiasi: sono le donne a praticare Yoga. Nei corsi e nei seminari che guido da quasi vent’anni, mi riferisco con affetto alla minoranza di uomini presenti come alla nostra ‘quota azzurra’.

    Eppure no, perché nelle lezioni di Yoga, spessissimo non si tiene conto delle differenze corporee tra uomini e donne. Il che non è molto strano, dato che i testi classici dello Yoga sono scritti dal punto di vista del praticante uomo.
    Il risultato è che alla maggioranza dei praticanti di Yoga, che appunto sono donne, viene proposto un lavoro che non tiene conto della loro fisiologia ormonale, viscerale e della loro struttura.


    “Voi cercate il femminile nella donna e il maschile nell’uomo, e così esistono sempre e soltanto uomini e donne. Ma dove stanno gli esseri umani? L’essere umano è sia maschile che femminile, non è soltanto uomo o soltanto donna. Della tua anima non puoi dire di quale sesso sia.” Carl Gustav Jung, Il libro rosso.

    Maschile e Femminile ci appartengono come persone, arriviamo tutti da un ovulo e uno spermatozoo, a prescindere dalla declinazione genetica che esprimiamo.
    È ovvio, eppure spesso questa informazione resta a galleggiare, senza il sostegno di una consapevolezza effettiva. 
    Tendiamo a identificarci con il ‘maschile’ e ‘femminile’ che la cultura del nostro tempo ci impone, l’equazione uomo=maschile e donna=femminile resta radicata, e di conseguenza forza=uomo, accoglienza=donna e via dicendo…
    Così restiamo intrappolati in uno stereotipo.
    Ad esempio, nel sentire comune, le attività destina te alle donne sono ‘da femminucce’, hanno una cifra dispregiativa e superficiale,  ben lontane dalla compassata serietà e dalla ben più evocativa forza che, invece, la stessa narrativa, attribuisce alle attività destinate agli uomini. 
    Anche nello Yoga.
    [Spoiler alert: niente di più sbagliato!]

    Così, in una situazione che vede milioni di praticanti di Yoga nel mondo, nella stragrande maggioranza donne (= yogini), ad avere avuto una maestra che sottolineava che le pratiche tout court erano strutturate per uomini, che per le yogini era necessaria una ricerca personale e specifica, si deve essere state fortunate.

    Io, questa fortuna, l’ho avuta. Ho potuto sviluppare questo punto di vista: esplorare, studiare e costruire percorsi esattamente destinati alle donne.
    Perché qui, nello Yoga in generale, c’è ancora una lacuna.

    Tutti noi esseri umani, quando ci rendiamo conto di quanti messaggi invalidanti la cultura prevalente inocula in noi, beh, iniziamo a liberarcene!
    Per questo serve, lo Yoga per la Donna: ci rende consapevoli attraverso il Corpo (con la maiuscola, sì, sempre con la maiuscola!) di quanto mozzate, accartocciate e rimpicciolite rischiamo di essere. Di quante forzature  ci abitano, e in base alle quali ci muoviamosul tappetino e, soprattutto, nella vita. Anche laddove siamo convinte di farlo in base a nostre libere scelte.
    Allora ci autorizziamo ad essere intere, ad ascoltare la nostra voce  interiore e ad esprimerla, e questo cambia il mondo.
    Perché il mondo si cambia una persona alla volta, una donna alla volta.

    Lo scorso anno, dopo la conclusione del ciclo di 4 seminari ‘La Luna nel Pozzo – Yoga per la Donna’, ho chiesto alle partecipanti di raccontarmi cosa, per loro, veramente fosse cambiato.

    La risposta che mi ha più stupita è arrivata da un’insegnante di Yoga. Mi ha detto di essersi resa conto di aver sempre pensato a se stessa con un’etichetta. ‘Moglie’ ‘madre’ ‘figlia’. Ruoli bellissimi, per lei, sia chiaro! 
    Però non si era mai percepita, in precedenza, semplicemente come persona, come donna.
    Questa rivelazione le è arrivata attraverso i seminari – ai quali si era iscritta per approfondimento professionale, più che altro – e che hanno invece portato ad un arricchimento personale inaspettato.

    Modifichiamo la narrazione che ci abita, e lo facciamo attraverso il corpo, la simbologia del profondo e la narrazione mitologica: ci mettiamo tutta la potenza evocativa che possiamo, perché i condizionamenti sono profondi e non basta – o non sempre è sufficiente – per smascherarli, ‘pensarli’. 

    E lo facciamo con gioia, divertendoci!
    In questo lo Yoga è maestro, non a caso uno dei significati della parola ‘yoga’ è unione.
    Integrazione.
    Completezza.
    Quando ci autorizziamo ad essere noi stesse, stiamo autorizzando una comprensione più amorevole di tutti gli altri, perché implicitamente lasciamo a ciascuno la possibilità di essere se stesso. Siamo meno manipolabili, e meno inclini a manipolare gli altri. Siamo più sane, di una salute globale.
    Trovare i miti e gli archetipi nel corpo, attraverso asana (= posizioni), mudra (gesti) e nel pranayama (respiro), è stupefacente.

    Per questo si tratta di un percorso potente, proposto in modo lieve e divertente. Perché è molta la potenza necessaria per interrompere le narrazioni depotenzianti che ci ipnotizzano da generazioni.
    Accedere alla completezza è fluido e agevole.
    Perché ‘corpo’ diventi, finalmente, il ‘Corpo’.

  • L’Onda lunga della Luna (e dello Yoga)

    L’Onda lunga della Luna (e dello Yoga)

    Luna, Yoga per la Donna, Laura Voltolina

    Ai tempi, beh, c’era pochino, in giro.
    Le informazioni dovevi proprio andartele a cercare; le esperienze le facevi tutte sulla tua pelle (che, poi, le esperienze si facciano sempre e solo sulla propria pelle, per definizione, è una inevitabilità che ho constatato proprio in questa ricerca).

    Quando ho elaborato per la prima volta – dopo una vita di studio e sperimentazione personale –il percorso della Luna nel Pozzo, dedicato all’espressione del Femminile Corporeo fuori dai condizionamenti, non potevo che sviluppare qualcosa di autentico e originale, dunque.
    Anni dopo, sbam!, mille proposte, mille idee, mille attività.
    Ti piovono proprio addosso.
    Questo mi fa piacere, per me è bellissimo assistere all’allargarsi dell’interesse in un tema che ho così visceralmente a cuore.

    Un po’ come lo Yoga: 16 anni fa l’affermazione ‘insegno Yoga’ generava, quando andava bene, sguardi vacui o contriti ‘non arrivo a toccarmi la punta dei piedi’ , quando andava male, l’immancabile ‘ah, fai lo Yogurt?’.
    Adesso la reazione, quasi sempre, è ‘che stile di Yoga?’ [al netto della constatazione che  il mondo dello Yoga, negli ultimi tempi, richiama in effetti il circo (acrobati, maghi, clown e adorabili animali per ora domestici ma chissà, diamo tempo al tempo), il che innesca spesso e volentieri rabbiose polemiche interne, reazioni spazientite nei praticanti di lunga data e confusione in tutti gli altri.  Personalmente, polemizzare su ‘il mio stile è più yogico del tuo/di tutti gli altri’, o il tristemente immarcescibile ‘il mio maestro è migliore del tuo/di tutti gli altri’ – prodotti dell’inconfessato ‘io sono migliore (ovvero temo di essere peggiore) di te’ – mi pare un’inutile spreco di energie e, sotto sotto, testimonia un bel dispiegamento egoico, invisibile soltanto a chi, nella polemica, affonda].
    Di fatto io trovo irresistibile che la disciplina cui dedico la mia vita e il mio lavoro sia diffusa e conosciuta. Non posso farci nulla, mi vengono su sorrisi più che espressioni accigliate o sospirati ‘Shiva, dammi la forza’…

    Ecco, con la Luna nel Pozzo è stata un’escalation affine. 
    Solo che all’inizio le reazioni andavano da silenzi imbarazzati dall’evidente sottotitolo ‘caspita, una femminista odia-uomini, meglio stare alla larga’ a ‘ah, sì! Prendiamo un accendino e bruciamo i reggiseni!’.
    Alcune donne, curiose, hanno iniziato a partecipare, a praticare e a condividere, fuori dai preconcetti.
    Adesso, più o meno, l’ondata di interesse soprattutto sociale e culturale è fortunatamente più larga.
    Certo, molte idee e proposte che vedo in giro non mi suonano così originali, o approfondite, o ricche, ma va bene; di un’onda larga, grande, ancor più grande, abbiamo bisogno tutti, donne e uomini, e che quest’onda ampia contenga tutti gli inviti: c’è spazio per tutti.

    La Luna nel Pozzo ha una vita propria, ha esperienza di anni, si è arricchita ed è cresciuta coi contributi delle donne che hanno partecipato, delle loro luci, delle loro intuizioni, dei nostri scambi.
    Non è mai uguale a se stessa.
    Il lavoro che facciamo è sempre Corporeo, ché dal Corpo delle Donne non posso prescindere, io arrivo da anni – tanti – di Yoga e sono come gli animali (o come crediamo che gli animali siano): incapace di ‘sentire’ davvero una separazione tra Corpo, Mente, Emozioni, Anima o comunque vogliamo chiamare l’ineffabile.
    Dal Corpo che sperimenta e vive e si ascolta: è da da lì che arriva, ad esempio la scoperta di avere abitudini, magari ereditate da generazioni, a pensarci piccole, deboli, incapaci, non degne. E allora l’esperienza personale che emerge diventa anche sociale e culturale, e (anche, a volte) consapevolezza di una connivenza sottocutanea ai sistemi collettivi che schiacciano le donne.  Non si tratta mai di ‘chiacchiere’, insomma.
    Ciascun gruppo nel tempo ha rivelato una propria natura specifica, un proprio punto di vista, una propria ricchezza.

    Della Luna nel Pozzo amo lo svelamento degli Archetipi del Femminile, amo che siano incarnati nei Corpi, amo scoprire dalle condivisioni ciò che ciascuna ha trovato.
    Ogni volta che arriva il momento di guidare un nuovo cerchio di Donne curiose non sto nella pelle, chissà cosa troverò di ancora nuovo, ancora interessante, stavolta…non sono mai, mai rimasta delusa!

    con gratitudine, dunque, per tutte le Donne capaci di mettersi in gioco

  • pericolose, sagge e selvagge

    “Per tutte le figlie e le anziane donne,
    prova vivente che l’anima, 
    nonostante le denigrazioni culturali affermino il contrario, nonostante le delusioni d’amore, nonostante le scelte sbagliate, nonostante gli scontri e le ferite…
    che l’anima torna ancora a vivere, ancora.

    Per tutte le figlie e le anziane donne, che da tempo siano convinte o da poco abbiano avuto l’illuminazione, 
    che nonostante le pecche, nonostante l’ego blateri il contrario, 
    la saggezza è infusa nel loro corpo e nella loro anima dalla nascita,
    e rappresenta sia la loro eredità dorata sia la loro scintilla d’oro.

    Per tutte le figlie e le anziane donne che stanno costruendo le credenziali che più hanno importanza: la prova che una donna è come un grande albero che, grazie alla sua capacità di muoversi invece che rimanere immobile, può sopravvivere alle tempeste e ai pericoli più terribili, e rimanere ancora in piedi;
    e ritrovare ancora il suo modo di ondeggiare nel vento, di continuare la danza.

    Per tutte le figlie che stanno imparando, che hanno appena iniziato o sono già a buon punto, a diventare normalmente maestose come sono chiamate ad essere. Che è tanto. Tanto. Tanto.

    Per loro, per tutti noi
    possiamo tutti 
    essere più profondi e fiorire,
    creare dalle ceneri,
    proteggere quelle arti, idee e speranze
    cui non possiamo permettere di scomparire
    dalla faccia di questa terra.
    Per tutto questo, possiamo vivere a lungo 
    e amarci l’un l’altro,
    giovani da vecchi 
    e vecchi da giovani
    per sempre.

    Clarissa Pinkola Estes, “La danza delle Grandi Madri”

    *immagine di  Vladimir Tolman
  • donne di saggezza

    Piero della Francesca, Polittico della Misericordia, particolare. Sansepolcro, Museo Civico


    “ti guarda dritto in faccia.
    è forte, ha fiducia in se stessa, non è affatto compiacente  e nemmeno arrabbiata.
    lì c’è amore, c’è compassione, c’è dignità.
    è una Signora potente.”


    Tenzin Palmo, Cave in the snow



    solo una donna speciale, che incarna la ricerca spirituale al femminile, avrebbe potuto descriverla così.


    grazie alle parole di Tenzin Palmo e, soprattutto, grazie ad Ivana, che le ha guidate nelle mie mani.


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