Categoria: partecipare

  • quelli che…”Il Fiume”

    se un’esperienza non ti cambia la vita, almeno un po’, è ancora un’esperienza?
    se non fa venire a galla percezioni, sensazioni, porzioni di sé poco conosciute o addirittura inesplorate, se non aiuta a scoprirci diversi, se non ci trasforma, che esperienza è? 

    chi decide di dedicare il tempo di una mattinata domenicale praticando Yoga ad un seminario anziché, che so, poltrire a letto o  farsi una bella gita in montagna,   segue, se non proprio un’urgenza, almeno una curiosità: esplorarsi.

    ecco i feedback dei partecipanti al seminario “Il Fiume” a Padova e a Torino; come sempre, anche io partecipo mettendo la mia curiosità di me stessa e degli universi altrui, e le mie considerazioni sono mescolate alla gratitudine indicibile per coloro che, con la propria disponibilità a mettersi in gioco, mi permettono quest’esperienza.

    “per alcuni giorni mi sono sentito completamente mobile, dentro… una sensazione bellissima che ancora ho, mi basta ripensarci e mi sento fluido”.


    qualcosa è cambiato fisicamente dentro di me, e non me lo ancora ben spiegare, e non lo riesco ancora bene a capire. 
    é come se l’involucro avesse mantenuto la sua rigidità, le sue zone contratte e più o meno dolenti ed indolenzite, ma qualcosa dentro si fosse fatto più fluido. nel momento in cui vado a fare stiramenti, allungamenti, è come se sentissi che questo fluire si realizza in un maggiore allungamento e se contatto questo fluire, l’allungamento è così piacevole, interessante, coinvolgente, più intenso. 
    mi sento più a contatto e dentro un fluire come se io fossi nel fiume e il fiume fosse dentro di meun po’ questo sentire rispecchia quello che sto vivendo adesso, con la consapevolezza che il fiume, con i suoi tempi, trasformandosi o rompendo gli argini, trova sempre la sua strada.

    “con il senno di poi credo di aver sentito una pace…[…] forse il fluire è qualcosa di diverso, probabilmente sto “fluendo” adesso ma non me ne rendo conto. 
    o forse il fluire è modellare (io sono questo, tu sei un’altra cosa, nessuno annulla nessuno ma si fluisce insieme) , meno rigidità, rispetto dei confini, apprezzare ma non sempre i difetti. non straripare ma nemmeno infossarsi in una diga. 
    accettare di essere troppo a volte, e a volte troppo poco.”

    ho sorriso tutto il tempo e a volte anche riso ma non per mancanza di rispetto per il tuo lavoro e quello del gruppo ma perché le mie emozioni erano veramente incontenibili … ero stranamente euforica!!!!…mi sono lasciata trasportare come una foglia fin a quando non sono diventata io stessa il fiume…ho sentito l’acqua cristallina scorrere dentro di me e io dentro di lei!!!”

    “mi innervosisco sempre quando mi distraggo. tendo a colpevolizzare rumori, voci o suoni esterni, ma mi sono invece accorta che, quando resto davvero concentrata, niente può togliermi dall’alveo del mio fiume.”

    “sono conosciuta per una persona molto aperta e molte persone si confidano facilmente con me, ma mi sono resa conto che invece io non faccio entrare nessuno nel mio mondo e nonostante io conosca “un mondo di persone”, ma pochissime conoscono me e a volte mi sento infinitamente sola.”

    “ho respirato da subito un senso di familiarità che mi ha molto rasserenata”

    “durante quelle 3 ore ho ripercorso emotivamente tutti gli stati d’animo che avevo percorso da quando ci siamo incontrate fino a quel momento, sia i più brutti che i più belli.
    però in tutto ciò le mie emozioni erano chiare, limpide, oserei dire pure. 
    non c’era confusione, c’era solo un fluire di tutte queste emozioni forti, positive e negative, che avevano il loro posto dentro di me e semplicemente scorrevano, come doveva essere. 
    e questo l’ho ricollegato anche agli effetti dello Specchio, alla riflessione sulla mia identità.
    ovviamente il mio stato emotivo è parte di me e le mie reazioni emotive possono aiutarmi a comprendere meglio chi sono. ”

    “non è semplice trovare la giusta concentrazione in mezzo ad un gruppo di persone estranee per quanto tutte certamente animate da spirito costruttivo e partecipativo (il fiume che unisce…), eppure ho nitidamente sperimentato, anche se solo in modo “quantico” e certo per miei limiti personali, attimi di grande emozione e luminosa serenità e, credimi, almeno un paio di groppi liberatori mi sono scesi giù per la gola.”

    “lo scorrere del tempo trascorso insieme è stato talmente piacevole che l’ho vissuto con leggerezza ed armonia, due sensazioni che ancora provo.
    cammino in maniera più eretta…e se mi accorgo di essere pesante muovo tutto l’”ambaradan” ed ecco fatto, la testa ritorna al suo posto e “avanti col sole in fronte!””

    “ho scoperto di avere due spalle!

    “sono stato fiume e ho percepito molto bene il terreno, le rocce, gli argini…ho sentito il limite come opportunità e ho apprezzato la frenata della mia acqua al contatto con gli altri elementi. ho scoperto le variazioni del flusso e le ho accolte con naturalezza”

    “tornando a casa mi sono accorta che cantavo, in auto, da sola
    cantavo a squarciagola; erano anni che non cantavo”

    ora ho maggiore coscienza di ciò che scorre dentro di me, sia nel corpo fisico, sia nella sfera emotiva. mi sono sentita parte del mondo, per me meraviglioso, dei fiumi.


    questa è stata una grande rivelazione: dalle immagini che si sono succedute nelle visualizzazioni il fatto che è il mare e non la montagna il posto che più mi attira per la mia vecchiaia, so camminare sugli scogli, non sulle mulattiere di montagna…”


    “e con questa capacità di raccontare le difficili storie indiane con ironia e semplicità, rendendole comprensibili anche a me occidentale, poco incline ad abbracciare qualsiasi religiosità troppo fideistica e dogmatica, ma capace di cogliere l’essenziale della spiritualità…


    il bello della meditazione è quello che ti rimane una volta finita “l’esercitazione” del momento, per poterla portare nella vita extra spirituale di tutti i giorni.

    il giorno stesso sentivo dentro di me un fluire di energia positiva, i pensieri li osservavo ma non mi condizionavano, ero neutro.
    in questi miei ultimi 3 anni di ricerca dell’io spirituale mi è capitato di affrontare sistemi meditativi che non ho sentito miei, o che comunque non mi hanno dato quella sensazione di leggerezza e libertà che ho provato durante “il Fiume”: quando raggiungo questo stato sento che non solo mi fa bene, ma che mi carica. fosse così tutte le volte che medito!!!!
    l’importante è far scorrere tutte le emozioni come se fossero un fiume in movimento.

    navigare quel Fiume e’ stata un’esperienza strainteressante!

    fluivano emozioni cosi’ forti che ad un certo punto mi sono sentita soffocare! (ma non e’ stata una brutta sensazione!)
    sicuramente si sono liberate tensioni, infatti senza sforzo alcuno sono arrivata a posizioni che non avevo mai raggiunto, nemmeno con il corpo più allenato quando praticavo power yoga.
    inoltre, lo “zainetto” maledettamente pesante che mi porto perennemente sulle spalle, uscita di li’ era diventato piacevolmente leggero, quasi impercettibile!
    ho vissuto almeno un paio di giorni immersa in un totale stato di beatitudine con me stessa e con il resto del mondo, con una calma interiore che per me non è consuetudine. credimi, questa cosa l’ho sperimentata anche durante un’accesa (solo da parte sua) discussione con il mio capo.
    credevo quasi di essere diventata un piccolo Buddha!!!

  • quelli che “Lo Specchio”

    “…siamo tutti felici, se solo lo sapessimo…”


    se fossi (ancora) più ingenua, crederei che preparare e guidare un workshop sia una cosa diversa dal partecipare; crederei che l’insegnante/facilitatore sia “fuori” dal gruppo; crederei candidamente che chi guida sappia tutto quello che succederà.
    invece (per fortuna) non è così.
    invece anche io faccio parte del gruppo ai seminari, agli incontri, alle lezioni, ai residenziali, e certo come ciascuno ho il mio punto di vista speciale, ma “faccio”, insieme agli altri, insieme al gruppo.
    partecipo fino in fondo, anche io.
    quindi tra i feedback dei partecipanti al seminario “Lo Specchio” del novembre scorso ci sono anche i miei…

    tra l’altro ‘sta cosa degli insegnanti che non fanno, che non partecipano, che non stanno nel gruppo ma che guidano da fuori francamente non mi ha mai convinta fino in fondo. 

    io non ci sono mica mai riuscita: diversamente avrei cambiato mestiere.


    “mi “sento”: durante la giornata, anche quando non sto per niente pensando alla postura, se sono sbilanciata da un lato (come mia abitudine!), automaticamente il corpo “si aggiusta” da sé, ormai da più di una settimana. Mi accorgo che mi aggiusto, e allora penso che stavo tenendo una postura squilibrata… […] La questione di guardarti allo specchio è sempre strana, io non so bene come spiegarla ma…è come se avessi la tendenza a “incantarmi” a fissarmi sullo specchio… È strano ma non inquietante, o meglio, forse inquietante un pochino lo è ma mi viene lo stesso da farlo. “

    ” la domenica del seminario ho fatto un sogno premonitore…è aumentato il mio livello energetico… mi guardo allo specchio ma non mi vedo …. ovvero funzionale a ciò che devo fare e il resto mi interessa meno. Come dire … mi vedo più dentro attraverso gli occhi che fuori … “


    “il mio volto era più rilassato a fine pratica. E questa è la cosa che più mi ha dato da pensare: sto nascondendo la mia anima dietro a infinite maschere e quindi faccio fatica a vedermi come sono realmente? [in alcuni momenti certi movimenti] mi venivano spontanei, ancora prima che tu dessi indicazioni….e mi è piaciuto, perché credo di aver sempre mancato di completa spontaneità e questa per me è prova che sto cambiando, anche in meglio  :)))) In definitiva, questo seminario mi ha fatto capire di esser cresciuta sotto un certo punto di vista, ma che la strada è ancora luuuuuuuuunga  🙂 “


    ” il lunedì sera [ero] un po’ agitata e ho riflettuto su una mia reazione [avuta durante la giornata] proprio davanti allo specchio[….] e mi sono subito calmata perché non ho visto come sempre la [me stessa] inesorabilmente invecchiata. Ho visto invece quanto sono belli i miei capelli bianchi e quanto rendano stranamente luminoso il biondo dei miei capelli ancora “giovani””


    “il lavoro fisico è stato molto bello ed ho avuto la sensazione che sarebbe stato bello continuarlo e quando abbiamo finito, solo respirando, sentivo le mie vertebre cervicali e dorsali che (facendo ciok, click, clack, toc) si sistemavano al meglio :-)”


    “mi sono accorta non essere affatto abituata alla mia immagine. mi inquietava guardarmi, dovevo vincere una resistenza, come un giudizio di fondo. la sorpresa, dopo la lotta interna in cui una parte di me cercava comunque di distrarsi, di sottrarsi, è stata trovare qualcosa di forte, autentico, molto diretto che direi addirittura bello. mi chiedo come mai, mi chiedo perché così tanta fatica per arrivare a sbirciare dietro il mio stesso sguardo, visto che poi è stato piacevole? “


    “Narciso non conosce se stesso, deve sempre vedersi riflesso, la percezione di sé solo attraverso la sua immagine […]. Conoscere se stessi attraverso un’immagine significa agire, modificare, tentare di migliorare questa immagine. Ma noi siamo un volto, un’anima, un cuore, un’intelligenza anche senza specchi e immagini”


    “mi sono resa conto che specchiarsi è vedersi per come si è. L’esperienza fatta al seminario mi ha fatto provare tenerezza per i miei difetti (fisici) e le mie fragilità (emotive)…E ho pensato “tu sei tu e andrà bene comunque”.”

    “un fatto curioso: ti guardi e scopri che sei cambiato”
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