Categoria: feedback

  • Dove arrivano le radici (ovvero ritiri Yoga, spalle e feedback)

    Dove arrivano le radici (ovvero ritiri Yoga, spalle e feedback)

    Feedback e divertimento ai Ritiri Yoga 2019 - KeYoga
    I ritiri Yoga  sono momenti dell’anno che amo tantissimo: condividere giornate intere, silenzi densi, percorsi tosti conditi da risate e magnate è divertente, intenso, mi mette nel frullatore, mi fa crescere, e mi restano consapevolezze che prima non avevo. 
    Avrò condotto almeno una trentina di ritiri, ormai, e ogni volta è una sorpresa, ogni volta è differente, ogni volta è interessante.
    La cosa che preferisco è la possibilità di conoscere meglio le singole persone.
    La seconda cosa che preferisco è sapere come crescono i semini che sono stati piantati durante il ritiro: i famosi feedback.
    La terza cosa che preferisco è il senso  di pace e gratitudine che mi resta per la partecipazione e le condivisioni.

    Silvia Ferro pratica Yoga da quando era bimba, ha sguardo pulito, punti di vista sempre originali e la disponibilità a fare esperienze e mettersi in gioco di chi ama la vita e se la mangia con gusto, a prescindere.
    Si è ‘buttata’ a seguire due ritiri uno dietro l’altro conoscendomi appena e fidandosi del suo intuito: ecco la sua esperienza!

    ‘La sensazione più bella è stata il giorno del rientro a Padova.
    In realtà mi sono presa una notte ed una mattinata in più, perché se lo meritavano! Erano da godere!
    Guidavo felice, sapendo che sarei arrivata direttamente in ufficio con ancora la macchina carica di valigie, ma sorridevo e mi sentivo più ampliata.
    Sì! 
    Avevo una specie di guscio morbido ma potente che percepivo soprattutto sulle spalle e sul dorso.

    Il mio desiderio è di poter sentire sempre questo guscio, questo strato energetico, questa me esterna, anche quest’inverno, quando sarò nel pieno della mia routine. Perciò proverò a coltivarlo, a non dimenticarmene mai.

    Mi hanno fatto sentire parte di un tutto ed avere la conferma, talvolta purtroppo necessaria, che ci può essere comunione con l’altro. So che c’è anche di più, ma non lo riesco ad esprimere a parole. O forse lo sto ancora assimilando ed arriverà più chiaro più avanti.

    Quindi, cara Laura, io ti ringrazio tanto, per come sei, per come insegni, per come sorridi, per quello che trasmetti, di quello che hai studiato e coltivato negli anni e di quello che hai di tuo innato.’
  • Flessibilità, sostegno e altre avventure (della Colonna Vertebrale)

    Flessibilità, sostegno e altre avventure (della Colonna Vertebrale)

    Colonna Vertebrale, ritiro Yoga, KeYoga

    [Laura Magni è una giovane ricercatrice, una scienziata creativa, una yogini attenta e sono sempre felicissima quando si iscrive ai ritiri Yoga. Perché ‘lavorare’ con persone che si mettono in gioco e si autorizzano a ‘sentire’ e a seguire le percezioni è una grande ricchezza e , forse, uno dei motivi per cui insegno Yoga.

    Questo piccolo ma efficacissimo feedback si riferisce a questo ritiro QUI]

    Ti voglio ringraziare molto per questi giorni, per questo approccio al Corpo che mi (e ci) hai permesso di esplorare, così non forzato e allo stesso tempo estremamente presente
    Stamattina nella mia pratica il piacere ha sostituito lo sforzo e la fluidità del Corpo ha risuonato lungo tutta la colonna, in ogni cellula

    Il giorno dopo il ritiro è per me il più ricco, per la mia crescita, perché è come se durante la notte, e nel partire e tornare alla realtà più quotidiana, i microaggiustamenti e la forma dei cambiamenti trovino il posto nel Corpo, si facciano spazio e si adagino..si integrino, direi.
    Pronta per continuare con questo sentire più esaltato e un contatto più integrato! 
    A presto cara, incredibile Laura.
    L. Magni

  • Hai mica detto ‘forza’?

    Hai mica detto ‘forza’?

    KeYoga - Intelligenza del Corpo

    Certe volte capitano email così: quando succede, mi si riempie la giornata di luce e di gratitudine per la generosità verso chi condivide, con te e con gli altri, il proprio punto di vista, la propria rielaborazione di un percorso fatto assieme (nello specifico, questo QUI). Perché, in fondo, il senso di un lavoro sta, anche e soprattutto, nella condivisione.

    Trovare la forza vera
    quella che non è fatica
    che casomai possiamo chiamare energia
    che non è ‘la nostra’ ma che ci connette con qualcosa di più ampio, più completo.
    Ho ritrovato le  tue parole e le ho dette a modo mio.
    Ti volevo ringraziare per questa esperienza, te e le persone che ho incontrato.
    Quando ero a Padova il clima invernale e la conseguente penuria di luce mi avevano fatto pensare che sarebbe stato difficile collegarmi col flusso, col presente in continuità. 
    Uno stato di benessere mi ha guidata, pervasa, anche quando ho lasciato la città.
    Ho avuto il timore di smarrirlo, il flusso, ma no: mi accompagna.  
    E, tornata a casa, ho avuto la meravigliosa sorpresa di percepire una nuova luce che, pian piano, allontana l’inverno.
    A presto, 
    Silvana Salsedo
  • scoprirsi fluidi

    Il Corpo Fluido: seminario Yoga con Laura Voltolina, KeYogaDopo il seminario ho pensato spesso alla fluidità e a quanto siamo liquidi dentro, nel vero senso della parola. 

    Il cervello è sospeso nel liquido cerebrospinale (e mi piace pensare che anche i nostri pensieri siano immersi-sommersi) .. i liquidi dell’occhio ci permettono di vedere … i liquidi delle orecchie di sentire e stare in equilibrio…

    Pensandomi come un corpo fluido, le asana – specialmente quelle di equilibrio – sono non tanto più facili, quanto più lineari e unite

    E più lente, perché ho sempre la tendenza a correre, anche verso il compimento dell’asana perfetta
    Esploro meglio il limite, che non è più una linea netta e marcata ma diventa uno spazio sfumato che si muove e che puoi seguire e, sempre lentamente, spostare. Tipo una pennellata di acquerello, per rimanere in tema.

    Ma anche i pensieri cambiano, se mi concentro sulla loro fluidità. 

    Per un individuo con Vata molto squilibrato come me, il pensiero è aereo, veloce, quasi a raffica, spesso estenuante. 
    Trasformando i pensieri in acqua, o semplicemente immergendoli nel liquido del cervello, si placano da soli e diventano silenziosi, come succede ai suoni quando ti immergi in acqua con tutta la testa. 

    Sicuramente la fluidità ora fa maggiormente parte della mia pratica; del resto, non ho mai cercato di raggiungere la perfezione assoluta ma solamente la “mia” asana perfetta. Quella che non mi fa male, che potrei tenere a lungo senza affaticarmi e che mi permette di respirarci dentro con un respiro fluido. Se mi accorgo che non respiro, allora è il segnale che devo fare (fluidamente) un piccolo passo indietro.

    M.D.

  • Quelli che…il Ponte!

     “Le cose vicine 
    e quelle lontane 
    sono unite da legami invisibili
    F. Thompson

    Ecco cosa scrivono coloro che hanno partecipato a questi seminari qui.

    “il significato simbolico del titolo di questo seminario, mi ha spinto a partecipare. Durante la pratica insieme, quella domenica, ho sperimentato in maniera molto intensa il  ” senso di unione corpo e mente”, non so come dirlo meglio, essere un unica cosa (con le mie esperienze di malattia, per lungo tempo, ho sicuramente tenuto separate ciò che veniva dal corpo e ciò che era della mente) e quindi per me è stata una esperienza fondamentale che mi ha dato energia e nuova fiducia
    Questa sensazione  è proseguita poi anche nei giorni successivi e riesco a ritrovarla  quando pratico yoga a casa.”

    “il lavoro […] mi ha permesso di guardare alcune parti di me, elaborandole ulteriormente, rimanendo tranquilla e lucida.”

    “ho trovato molto intensa la forza del gruppo di persone che condividevano la pratica”

    “il seminario? Devo dirti due effetti: più carica sessuale e più menefreghismoNon male direi… 😉 Per il menefreghismo, troppo poco. Ma a me ce ne vorrebbero vagonate!!”

    “che viaggio interessante, non me lo aspettavo!
    il tempo mi è volato, quando abbiamo concluso mi sono stupita di sapere che erano passate già quattro ore, credevo a malapena ne fosse trascorsa una soltanto.”

    “ho costruito il mio Ponte sulle mie tensioni interiori, alcune le ho scoperte insieme a te durante la pratica, altre sapevo che c’erano, tensioni e nodi fisici dolorosi che si sono sciolti, proprio come se avessi attraversato un Ponte di cui non conoscevo l’esistenza. Mi sono ritrovata diversa alla fine del seminario e anche nei giorni successivi: mi sento più forte, ho più energia e ho notato che sono più fiduciosa quando mi capita una situazione difficile, che nel passato mi avrebbe mandata nel panico, adesso provo ad attraversarla costruendoci un Ponte sopra e…funziona!”

    è venuta a galla una vecchia e brutta abitudine. Ci lavoreremo ancora ai fianchi!” 

    “ciò che inizialmente era una sensazione di “dubbio”, di “divisione” e “doppio”…riguardandola adesso è esattamente l’opposto…cioè “equilibrio”. pensandoci bene forse non è nemmeno l’opposto. è solo il punto di vista a essere completamente diverso.

    “che dire? il seminario è arrivato forse non a caso in un momento di passaggio per me…se non sto nel bel mezzo del Ponte ora…non lo sono mai stata!!! […] nei giorni successivi mi sono sentita “con lo sguardo in avanti”, sostenuta da dietro da tutto ciò che è stato e che mi ha permesso di arrivare al margine del Ponte, anche se a tratti ho paura e ripenso all’immagine dei leoni al di là del ponte, cammino, vado avanti: le spalle e il petto li sento diversi…come alleggeriti

  • quelli che…l’Universo in Noi!

    cosa dice chi c’era a questa settimana di Yoga

    “anche se non mi sembra cambiato nulla qui, sicuramente è cambiato qualcosa in me

    “[…] le piantine germogliate dentro di me resistono agli attacchi della consuetudine così come all’inerzia dei nodi della mia personalità; sono però sicuro che la loro sarà una crescita che mi accompagnerà per tutta la vita e che qualche tempesta ogni tanto servirà solo a rinforzarne il fusto”

     “tutto scorre, e scorre meglio. spero solo di poter mantenere questo magico stato di grazia

    “[…] riprendere i miei tempi, ritmi, abituarsi allo stretto contatto con gli altri, questi sconosciuti… sono state tutte sensazioni molto piacevoli”

     “mi sono trovata a raccontare ad amici curiosi della mia esperienza e non ho potuto che parlarne con gioia, come una delle vacanze più belle che abbia mai vissuto: seppur semplice, così unica

    “ho ritrovato un po’ della forza di carattere che mi sembrava di aver perso e la capacità di fare delle cose per me”


     “a volte la vita prende una piega un po’ arida, siamo troppo presi dai nostri impegni, spesso futili e che riteniamo così importanti. è un dare il giusto valore alle cose, nell’aridità della nostra vita può nascere sempre qualcosa di rigoglioso e inaspettato

    “un aspetto del mio carattere che ho rivalutato e riscoperto durante la vacanza è stato l’amore per la semplicità

    “se all’inizio ero un po’ diffidente anche solo nel camminare per terra a piedi nudi (aiuto, ci si sporca, ci si fa male…) è bastato davvero poco per riabituarsi a tutto ciò che ci circonda nel modo più naturale possibile

    “ho riscoperto anche la tolleranza, andare incontro all’altro

    “è stato interessante scoprire insieme come volerci bene, come massaggiare gli organi, come sentire le sensazioni, anche le più minime, del nostro corpo. il corpo ci parla, sempre, e noi dobbiamo ascoltarlo

    “ […] ho sempre dato molta importanza al volersi bene, anche molto prima dell’incontro yoga, alla cura del fisico prima interiore e poi esteriore

    “la grande bellezza che insegni resta dentro!”

    “sto focalizzando la mia attenzione alla mia postura, al mio bacino e all’allineamento generale

    “ripeto con soddisfazione l’infinito a gambe incrociate, in entrambe i versi, prima della mia meditazione mattutina: questo mi permette di avvertire meno resistenze muscolari sulla schiena e sulle cosce, punti che normalmente avvertivo come rigidi mentre mantenevo la posizione seduta, gambe incrociate e schiena dritta per i 20/30 minuti necessari”

    “nel mio approccio con il mondo ho notato di avere maggiore apertura e fiducia nei confronti di quello che mi aspetta…in generale ho una grande voglia di esperienze”

    “la testimonianza che qualcosa è rimasto di quella settimana e […] che bisogna coltivare il proprio benesseree stare bene con se stessi e con gli altri”

    “mi sento più disponibile verso gli altri, ho più piacere a stare in compagnia degli amici e penso che mi venga spontaneo di essere più estroversa e più affettuosa con amici e colleghi. con la natura avevo già un ottimo rapporto, direi che gli spunti che tu ci hai dato erano in grande sintonia con il mio modo di sentire la biosfera”


    “c’è stato un periodo in cui mi sentivo molto rigida nell’articolazione delle anche nel bacino, non riuscivo a sentirmi sciolta.  mi sembra di aprire di più le spalle e stare più dritta.   non sopporto più il reggiseno di cui prima non mi accorgevo neanche, e non penso di aver messo su altro seno…purtroppo!”
  • quelli che…il Linguaggio Segreto del Corpo

    da questa settimana di Yoga, i feedback dei partecipanti, che ringrazio col Cuore…

    “a cosa mi è servito il corso? ad aprire le finestre del cuore al sole…”

    “devi ricercare dentro il tuo corpo. ciò che scopri andrà a tuo vantaggio. gli altri possono darti i mezzi e gli strumenti ma non possono fare questa ricerca per te

    “mi “penso” come una regina, con la corona in testa, sia quando cammino per la strada, sia quando faccio marmellate o dipingo, mi sento la lepre che mette fuori la testa e annusa l’aria, mi sento a mio agio nel mio vecchio corpo arrotondato dall’età e dal vissuto. i movimenti sono più fluidi, anche quando sono veloci, e ho incorporato l’infinito nella camminata, insomma sculetto! :-))”

    “mi sento più capace di governare la mente, mi pare di aver lasciato alle spalle tredici anni di malessere che sotto sotto mi logorava”

    non sono più la stessa persona di prima. almeno in parte. credo di essermi avvicinata finalmente un pochino alla risposta alla fatidica domanda “cosa vuoi fare da grande?” – ho resistito all’impulso di fare uno dei miei soliti colpi di testa, ma non mi ero mai sentita così libera prima e sento l’esigenza di prendermi cura del mio corpo. in generale per me è stata una settimana di “amplificazione” e “apertura”!



    “ho fatto pace con il mio profilo, porto di più i capelli raccolti, mi nascondo di meno!”


    “è avvenuto un cambiamento profondo, di cui ancora non misuro la portata. mi preoccupo meno del giudizio degli altri […] piango meno e rido di più!!”

    “mi sento più di prima. mi sento più leggera a volte. sento uno spazio tutto per me, come se il mio corpo fosse una sorta di tempio, un luogo nel quale ripararmi quando fuori piove. devo dire che faccio fatica a distinguere cosa derivi dalla settimana di yoga e cosa invece dalla meditazione giornaliera, ma di sicuro la settimana di yoga ha amplificato le sensazioni corporee e il “sentire il corpo”

    “ho imparato a modificare la mia postura non appena mi rendo conto di essere ripiegata e incassata come mio solito 😉 ho scoperto un dolore molto forte alle anche con il quale convivevo senza neppure rendermi conto, ho scoperto le mie dita dei piedi anche quando cammino, ho trovato un’energia fortissima e questo mi ha spinto a correre. questo è tutto merito della settimana di yoga che mi ha permesso di esplorare i miei limiti, che sono molto più mentali che reali (la visualizzazione p.es. aiuta moltissimo)”

    “ho imparato a dare più fiducia all’intuizione che alla mente, che “mente frequentemente” “


    “mi sono accorta che […] faccio il “guardiano del tesoro” di me stessa e fatico ad espormi, mentre sarebbe cosa sana e giusta se espandessi all’esterno le mie qualità […] so di avere molto da dare ma sono bloccata. in compenso su altri fronti sento di star lasciando andare vecchi schemi caratteriali, diciamo che un po’ il lavoro interiore costante mio, un po’ lo yoga tuo (con le belle storielle che hai raccontato) stanno lentamente modificando automatismi reattivi che una volta erano decisamente forti in me. quindi nulla che faccio è vano, anzi, un gradino in più nel mio viaggio di consapevolezza in questa vita terrena. la via umida comporta pazienza…” 
  • quelli che…Il Sogno

    alcuni feedback dei partecipanti al workshop “Il Sogno – percorso Yoga” (di tutti i partecipanti, insegnante compresa!).


    “non so se sia effetto del seminario ma sicuramente sta aiutando..mi sento più radicata…mi sento in grado dire di “no” e […] cominciare anche a sapere cosa voglio mi fa dire più serenamente “no” senza sentirmi in colpa!  e i sogni mi aiutano a vedere più chiaramente..a pazienza…con amore…piccoli passi…”

    “sono sempre stata brava, a sognare. dirigevo i sogni, credo si chiami sogno lucido quella cosa che succede quando, all’interno del sogno, ti accorgi di stare sognando e allora puoi anche cambiare il contenuto del sogno, senza svegliarti. mi capitava spesso. 

    ho capito però che lasciar liberi i miei sogni è più divertente, e se li seguo senza dirigerli ma lasciando fare a loro, posso avere molte indicazioni più preziose su me stessa e quel che mi accade anche durante la veglia”.

    “mi sto guadagnando un luogo a mia misura anche nel mondo onirico […] mi è bastato un niente, ed una pratica fatta su misura, per poter decidere i percorsi da seguire anche in uno stato di coscienza quale il sonno è. 
    “non sempre le cose vanno come mi sono prefissata, ma anche nel caso di un sogno agitato da condizioni di malessere disagio o addirittura incubo, riesco ad uscirne […] in quel momento riprendo le redini della mia mente e la consapevolezza seminata è cresciuta, mi appartiene anche nei momenti di criticità,  mi fa uscire definitivamente dalla situazione. l’ascolto e l’ attenzione sono fondamentali”

    “io sogno sempre e sogno tanto. sogno persino nelle rare pennichelle che mi concedo. credo di poter contare sulle dita delle mani i rari incubi della mia vita.
    […] adoro ascoltare le “storie” che racconti ma la cosa, per me, singolare è verificare l’effettiva aderenza del tema dato alle sensazioni psico-fisiche che ho provato successivamente ai seminari”
    “fisicamente è stato faticoso […] faccio stretching da sempre e quasi tutte le mattine, il mio lavoro richiede grande flessibilità ed un controllo bio-meccanico e propriocettivo completo e profondo […] e insomma non credo di essere proprio un rottame umano ma la quantità di parti e micro distretti fisici che ho “scoperto” di avere è impressionante! […] temo che questo non sia altro che la manifestazione di profonde tensioni che il lavoro sul sogno consente di fare emergere. se così è, non so se preoccuparmene…”

    “una cosa l’ho osservata, che siano agitati o meno, ho più consapevolezza del mio sonno, mi ricordo di più appena sveglia quello che ho sognato, anche se poi lo dimentico, ma prima era proprio un buio totale. 
    non soffro più d’insonnia e alla mattina mi sento riposata e sveglia, riesco a concentrarmi meglio e più a lungo.
  • quelli che…”Il Fiume”

    se un’esperienza non ti cambia la vita, almeno un po’, è ancora un’esperienza?
    se non fa venire a galla percezioni, sensazioni, porzioni di sé poco conosciute o addirittura inesplorate, se non aiuta a scoprirci diversi, se non ci trasforma, che esperienza è? 

    chi decide di dedicare il tempo di una mattinata domenicale praticando Yoga ad un seminario anziché, che so, poltrire a letto o  farsi una bella gita in montagna,   segue, se non proprio un’urgenza, almeno una curiosità: esplorarsi.

    ecco i feedback dei partecipanti al seminario “Il Fiume” a Padova e a Torino; come sempre, anche io partecipo mettendo la mia curiosità di me stessa e degli universi altrui, e le mie considerazioni sono mescolate alla gratitudine indicibile per coloro che, con la propria disponibilità a mettersi in gioco, mi permettono quest’esperienza.

    “per alcuni giorni mi sono sentito completamente mobile, dentro… una sensazione bellissima che ancora ho, mi basta ripensarci e mi sento fluido”.


    qualcosa è cambiato fisicamente dentro di me, e non me lo ancora ben spiegare, e non lo riesco ancora bene a capire. 
    é come se l’involucro avesse mantenuto la sua rigidità, le sue zone contratte e più o meno dolenti ed indolenzite, ma qualcosa dentro si fosse fatto più fluido. nel momento in cui vado a fare stiramenti, allungamenti, è come se sentissi che questo fluire si realizza in un maggiore allungamento e se contatto questo fluire, l’allungamento è così piacevole, interessante, coinvolgente, più intenso. 
    mi sento più a contatto e dentro un fluire come se io fossi nel fiume e il fiume fosse dentro di meun po’ questo sentire rispecchia quello che sto vivendo adesso, con la consapevolezza che il fiume, con i suoi tempi, trasformandosi o rompendo gli argini, trova sempre la sua strada.

    “con il senno di poi credo di aver sentito una pace…[…] forse il fluire è qualcosa di diverso, probabilmente sto “fluendo” adesso ma non me ne rendo conto. 
    o forse il fluire è modellare (io sono questo, tu sei un’altra cosa, nessuno annulla nessuno ma si fluisce insieme) , meno rigidità, rispetto dei confini, apprezzare ma non sempre i difetti. non straripare ma nemmeno infossarsi in una diga. 
    accettare di essere troppo a volte, e a volte troppo poco.”

    ho sorriso tutto il tempo e a volte anche riso ma non per mancanza di rispetto per il tuo lavoro e quello del gruppo ma perché le mie emozioni erano veramente incontenibili … ero stranamente euforica!!!!…mi sono lasciata trasportare come una foglia fin a quando non sono diventata io stessa il fiume…ho sentito l’acqua cristallina scorrere dentro di me e io dentro di lei!!!”

    “mi innervosisco sempre quando mi distraggo. tendo a colpevolizzare rumori, voci o suoni esterni, ma mi sono invece accorta che, quando resto davvero concentrata, niente può togliermi dall’alveo del mio fiume.”

    “sono conosciuta per una persona molto aperta e molte persone si confidano facilmente con me, ma mi sono resa conto che invece io non faccio entrare nessuno nel mio mondo e nonostante io conosca “un mondo di persone”, ma pochissime conoscono me e a volte mi sento infinitamente sola.”

    “ho respirato da subito un senso di familiarità che mi ha molto rasserenata”

    “durante quelle 3 ore ho ripercorso emotivamente tutti gli stati d’animo che avevo percorso da quando ci siamo incontrate fino a quel momento, sia i più brutti che i più belli.
    però in tutto ciò le mie emozioni erano chiare, limpide, oserei dire pure. 
    non c’era confusione, c’era solo un fluire di tutte queste emozioni forti, positive e negative, che avevano il loro posto dentro di me e semplicemente scorrevano, come doveva essere. 
    e questo l’ho ricollegato anche agli effetti dello Specchio, alla riflessione sulla mia identità.
    ovviamente il mio stato emotivo è parte di me e le mie reazioni emotive possono aiutarmi a comprendere meglio chi sono. ”

    “non è semplice trovare la giusta concentrazione in mezzo ad un gruppo di persone estranee per quanto tutte certamente animate da spirito costruttivo e partecipativo (il fiume che unisce…), eppure ho nitidamente sperimentato, anche se solo in modo “quantico” e certo per miei limiti personali, attimi di grande emozione e luminosa serenità e, credimi, almeno un paio di groppi liberatori mi sono scesi giù per la gola.”

    “lo scorrere del tempo trascorso insieme è stato talmente piacevole che l’ho vissuto con leggerezza ed armonia, due sensazioni che ancora provo.
    cammino in maniera più eretta…e se mi accorgo di essere pesante muovo tutto l’”ambaradan” ed ecco fatto, la testa ritorna al suo posto e “avanti col sole in fronte!””

    “ho scoperto di avere due spalle!

    “sono stato fiume e ho percepito molto bene il terreno, le rocce, gli argini…ho sentito il limite come opportunità e ho apprezzato la frenata della mia acqua al contatto con gli altri elementi. ho scoperto le variazioni del flusso e le ho accolte con naturalezza”

    “tornando a casa mi sono accorta che cantavo, in auto, da sola
    cantavo a squarciagola; erano anni che non cantavo”

    ora ho maggiore coscienza di ciò che scorre dentro di me, sia nel corpo fisico, sia nella sfera emotiva. mi sono sentita parte del mondo, per me meraviglioso, dei fiumi.


    questa è stata una grande rivelazione: dalle immagini che si sono succedute nelle visualizzazioni il fatto che è il mare e non la montagna il posto che più mi attira per la mia vecchiaia, so camminare sugli scogli, non sulle mulattiere di montagna…”


    “e con questa capacità di raccontare le difficili storie indiane con ironia e semplicità, rendendole comprensibili anche a me occidentale, poco incline ad abbracciare qualsiasi religiosità troppo fideistica e dogmatica, ma capace di cogliere l’essenziale della spiritualità…


    il bello della meditazione è quello che ti rimane una volta finita “l’esercitazione” del momento, per poterla portare nella vita extra spirituale di tutti i giorni.

    il giorno stesso sentivo dentro di me un fluire di energia positiva, i pensieri li osservavo ma non mi condizionavano, ero neutro.
    in questi miei ultimi 3 anni di ricerca dell’io spirituale mi è capitato di affrontare sistemi meditativi che non ho sentito miei, o che comunque non mi hanno dato quella sensazione di leggerezza e libertà che ho provato durante “il Fiume”: quando raggiungo questo stato sento che non solo mi fa bene, ma che mi carica. fosse così tutte le volte che medito!!!!
    l’importante è far scorrere tutte le emozioni come se fossero un fiume in movimento.

    navigare quel Fiume e’ stata un’esperienza strainteressante!

    fluivano emozioni cosi’ forti che ad un certo punto mi sono sentita soffocare! (ma non e’ stata una brutta sensazione!)
    sicuramente si sono liberate tensioni, infatti senza sforzo alcuno sono arrivata a posizioni che non avevo mai raggiunto, nemmeno con il corpo più allenato quando praticavo power yoga.
    inoltre, lo “zainetto” maledettamente pesante che mi porto perennemente sulle spalle, uscita di li’ era diventato piacevolmente leggero, quasi impercettibile!
    ho vissuto almeno un paio di giorni immersa in un totale stato di beatitudine con me stessa e con il resto del mondo, con una calma interiore che per me non è consuetudine. credimi, questa cosa l’ho sperimentata anche durante un’accesa (solo da parte sua) discussione con il mio capo.
    credevo quasi di essere diventata un piccolo Buddha!!!

  • quelli che “Lo Specchio”

    “…siamo tutti felici, se solo lo sapessimo…”


    se fossi (ancora) più ingenua, crederei che preparare e guidare un workshop sia una cosa diversa dal partecipare; crederei che l’insegnante/facilitatore sia “fuori” dal gruppo; crederei candidamente che chi guida sappia tutto quello che succederà.
    invece (per fortuna) non è così.
    invece anche io faccio parte del gruppo ai seminari, agli incontri, alle lezioni, ai residenziali, e certo come ciascuno ho il mio punto di vista speciale, ma “faccio”, insieme agli altri, insieme al gruppo.
    partecipo fino in fondo, anche io.
    quindi tra i feedback dei partecipanti al seminario “Lo Specchio” del novembre scorso ci sono anche i miei…

    tra l’altro ‘sta cosa degli insegnanti che non fanno, che non partecipano, che non stanno nel gruppo ma che guidano da fuori francamente non mi ha mai convinta fino in fondo. 

    io non ci sono mica mai riuscita: diversamente avrei cambiato mestiere.


    “mi “sento”: durante la giornata, anche quando non sto per niente pensando alla postura, se sono sbilanciata da un lato (come mia abitudine!), automaticamente il corpo “si aggiusta” da sé, ormai da più di una settimana. Mi accorgo che mi aggiusto, e allora penso che stavo tenendo una postura squilibrata… […] La questione di guardarti allo specchio è sempre strana, io non so bene come spiegarla ma…è come se avessi la tendenza a “incantarmi” a fissarmi sullo specchio… È strano ma non inquietante, o meglio, forse inquietante un pochino lo è ma mi viene lo stesso da farlo. “

    ” la domenica del seminario ho fatto un sogno premonitore…è aumentato il mio livello energetico… mi guardo allo specchio ma non mi vedo …. ovvero funzionale a ciò che devo fare e il resto mi interessa meno. Come dire … mi vedo più dentro attraverso gli occhi che fuori … “


    “il mio volto era più rilassato a fine pratica. E questa è la cosa che più mi ha dato da pensare: sto nascondendo la mia anima dietro a infinite maschere e quindi faccio fatica a vedermi come sono realmente? [in alcuni momenti certi movimenti] mi venivano spontanei, ancora prima che tu dessi indicazioni….e mi è piaciuto, perché credo di aver sempre mancato di completa spontaneità e questa per me è prova che sto cambiando, anche in meglio  :)))) In definitiva, questo seminario mi ha fatto capire di esser cresciuta sotto un certo punto di vista, ma che la strada è ancora luuuuuuuuunga  🙂 “


    ” il lunedì sera [ero] un po’ agitata e ho riflettuto su una mia reazione [avuta durante la giornata] proprio davanti allo specchio[….] e mi sono subito calmata perché non ho visto come sempre la [me stessa] inesorabilmente invecchiata. Ho visto invece quanto sono belli i miei capelli bianchi e quanto rendano stranamente luminoso il biondo dei miei capelli ancora “giovani””


    “il lavoro fisico è stato molto bello ed ho avuto la sensazione che sarebbe stato bello continuarlo e quando abbiamo finito, solo respirando, sentivo le mie vertebre cervicali e dorsali che (facendo ciok, click, clack, toc) si sistemavano al meglio :-)”


    “mi sono accorta non essere affatto abituata alla mia immagine. mi inquietava guardarmi, dovevo vincere una resistenza, come un giudizio di fondo. la sorpresa, dopo la lotta interna in cui una parte di me cercava comunque di distrarsi, di sottrarsi, è stata trovare qualcosa di forte, autentico, molto diretto che direi addirittura bello. mi chiedo come mai, mi chiedo perché così tanta fatica per arrivare a sbirciare dietro il mio stesso sguardo, visto che poi è stato piacevole? “


    “Narciso non conosce se stesso, deve sempre vedersi riflesso, la percezione di sé solo attraverso la sua immagine […]. Conoscere se stessi attraverso un’immagine significa agire, modificare, tentare di migliorare questa immagine. Ma noi siamo un volto, un’anima, un cuore, un’intelligenza anche senza specchi e immagini”


    “mi sono resa conto che specchiarsi è vedersi per come si è. L’esperienza fatta al seminario mi ha fatto provare tenerezza per i miei difetti (fisici) e le mie fragilità (emotive)…E ho pensato “tu sei tu e andrà bene comunque”.”

    “un fatto curioso: ti guardi e scopri che sei cambiato”
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