Categoria: Mudra

  • Ksepana Mudra: il gesto del lasciar andare

    Ksepana Mudra: il gesto del lasciar andare

    Ksepana Mudra è il sigillo, il gesto, del versare e lasciar andare…che nome poetico, vero?

    I Mudra non sono soltanto gesti esotici (e bellissimi) di mani, piedi, occhi e lingua: sono sigilli energetici che chiudono precisi circuiti elettrici, per migliorare il tuo benessere.

    La danza indiana e lo Yoga sono i contesti in cui i Mudra fioriscono: nella danza, ad esempio, i gesti dei danzatori e delle danzatrici comunicano agli spettatori emozioni e intenzioni estremamente precise e codificate.

    Nello Yoga, i Mudra sono potenti alleati della salute, aiutano la concentrazione e sono preziosi strumenti di preparazione alla meditazione, cioè quello stato particolare in cui non esistono pensieri.

    Hai presente lo spazio tra un pensiero e quello successivo? Ecco, quello spazio è meditazione, e i Mudra ti aiutano a entrarci.

    Ksepana Mudra: come si fa

    É un Mudra delle mani e si fa così:

    1. trova la tua posizione felice, cioè una postura con la schiena dritta. Un’atteggiamento ricurvo ti porterà facilmente a crollare (e ad appisolarti, che esula dallo scopo della meditazione e del Mudra!), mantiene il respiro ampio e, quindi, una buona ossigenazione. Ti assicuro che avere una buona comodità è fondamentale: hai presente quando indossi un paio di scarpe che, lì per lì, ti sembravano comode, eppure dopo mezz’ora sono diventate un’atroce tortura? Ecco, la postura comoda ti permette di concentrarti su qualcosa che non siano, per dire, crampi alle gambe.
    2. Rilassa la mandibola e mantieni gli occhi chiusi con leggerezza, oppure socchiusi.
    3. Rilassa le spalle, lasciando che le scapole si adagino delicatamente sul torace: questo permette libertà e leggerezza nella nuca (senza caricare le famigerate cervicali).
    4. Unisci i palmi delle mani all’altezza del cuore, in Anjali Mudra. Intreccia le dita, mantenendo gli indici allungati.

    Adesso allenta tutte le tensioni non necessarie: le tue mani resteranno nel Mudra anche se strizzi meno le dita!

    ksepana mudra

     

    Ksepana Mudra: benefici

    Porta la tua attenzione sulle percezioni corporee: cosa senti, esattamente?

    Questo Mudra è perfetto:

    • quando i pensieri ti ingombrano: aiuta a scaricare le tensioni energetiche ed emotive, per questo è la bacchetta magica per ritrovare la concentrazione;
    • aiuta a versare e lasciar andare, come evoca anche il suo nome, anche a livello energetico più grossolano:  decongestiona gentilmente intestino, pelle, polmoni.

    Ksepana Mudra: varianti

    • Nelle immagini che vedi, io eseguo Ksepana Mudra con i pollici paralleli, non incrociati: nel tempo, con la pratica, ho verificato che per me è molto più piacevole, in questo modo.
    • Prova ad verificare gli effetti del Mudra spostando le mani a livelli diversi: oltre la testa, davanti al cuore (questa è la posizione più comune, te l’ho descritta sopra), indici rivolti a terra. 

    Ogni variante ti regala un punto di vista differente, su di te e su come stai a livello profondo, e ti svela come riequilibrarti se necessario.

    La tua esperienza (è fondamentale!)

    La cosa davvero interessante dei Mudra è la tua esperienza: i tuoi, personalissimi, benefici, le tue specifiche sensazioni.

    Ciascuno è un universo di memorie e strutture inconfondibile, e sarebbe irreale aspettarsi che quello che va bene per qualcun altro, sia esattamente identico anche per te. Anzi!

    Quindi, dopo aver tenuto il Mudra per almeno 5 minuti, ascoltando bene bene se c’era, ad esempio, un lievissimo formicolio, come di elettricità che scorreva tra le dita e il cuore, o un lieve ma preciso calore che si sviluppava in qualche distretto, o una qualità diversa del tuo respirare o dei tuoi pensieri, dimmi: com’è, Ksepana Mudra, per te?

    Scrivimi, e raccontami, a laura@keyoga.it

    Immagini: Laura Voltolina – ritratti by Christian Brogi

  • Abhaya Mudra – il Sigillo che scaccia la paura

    Abhaya Mudra – il Sigillo che scaccia la paura

    Abhaya_Mudra_Scaccia_la_paura_Laura_Voltolina

    Un punto importante da comprendere è che il Mudra che vi racconto oggi, non scaccia la causa della paura, bensì dissolve la paura-paura: è così saggio, infatti che non fa scomparire la situazione pericolosa, di per sé, perché così abbiamo modo di affrontarla, e crescere. 
    Scaccia la paura disfunzionale, quella che, quando ci abita e diventa enorme, travalica  la valutazione dei dati reali.

    Mica male come premessa, e come promessa, vero?
     
    Per iniziare a comprenderlo, richiamo un’immagine nota a molti: avete presente il modo di salutare le folle della sempre immarcescibile Regina Elisabetta?
    Ecco, ci somiglia [non vedevo l’ora che arrivasse l’occasione evocarla in un blog che tratta di Yoga, lo ammetto!]
    Perché il palmo della mano rivolto in avanti, quando si incontra qualcuno, che sia una folla sconfinata – come nel caso dell’icona inglese – o uno sparuto gruppetto di pochi individui, dice, al di là delle differenze linguistiche, ‘Hey, sono qui, vengo in pace’.
    D’altro canto il palmo in avanti è anche un deciso segnale che dice ‘Stop! Fermati lì dove sei!’, come ci insegnano i vigili urbani.
     

    Ecco, la potenza di Abhaya Mudra, che significa esattamente ‘senza paura’, sta proprio nell’unire un movimento connaturato all’umanità da sempre, tant’è che sembrerebbe essere una delle modalità più diffuse per raffigurare il divino, soprattutto in Oriente, con il senso di  protezione e di crescita

    Le mani stoppano, le mani fermano, le mani accolgono.
    Le mani sanno tutto!
     
    Si fa così: 

    – Seduti nella nostra ‘postura felice’, cioè in modo comodo, che qui è particolarmente importante, perché la paura, diciamolo, è parecchio scomoda…
    – La mano sinistra in grembo, col palmo verso l’alto, come se contenesse una ciotola che non vogliamo rovesciare;
    – Il dorso della mano destra in appoggio, inizialmente, sul palmo sinistro, poi piano, quando sentiamo di muoverci, il braccio destro inizia a ruotare, mantenendo il gomito e la spalla rilassata, fino a quando il palmo della mano destra non si trova rivolto in avanti; può essere all’altezza del viso, o della spalla destra.
     
    È importante mantenere spalle e mandibole ben rilassate.
     
    Possiamo visualizzare, come mi suggeriva la mia Maestra tanto tempo fa, che il palmo destro diventi uno specchio, sul quale si riflette la nostra paura, finendo proiettata fuori dai confini dell’Universo. Quest’immagine si è sempre rivelata molto efficace, nel mio caso.
    Possiamo integrare il Mudra con il respiro e visualizzare ad ogni inspiro una luce che dall’universo scende in noi e ad ogni espiro esce attraverso il palmo della mano destra, distruggendo la nostra paura.
    Se non avete inclinazione per la visualizzazione, non ha importanza: Abhaya Mudra è così ‘congenito’ in noi che basta ascoltare il proprio respiro e mantenerlo finché il nostro stato d’animo non sarà quieto, e la paura scomparsa. 
    La meditazione può proseguire anche restando nel Mudra, finché è comodo, finché è piacevole.
     
    Raccontatemi com’è andata!
  • Mudra: ovvero, le mani sanno tutto #4 parte – Ganesha Mudra

    Mudra: ovvero, le mani sanno tutto #4 parte – Ganesha Mudra

    Mudra Yoga - Ganesha Mudra - KeYoga

    Questo Mudra per me è stato una vera scoperta: è potente e dolce allo stesso tempo.

    Si fa così: 

    Seduti nella nostra ‘postura felice’ (che significa comodamente, ed è un’indicazione molto importante in generale, ancora più importante quando si praticano i Mudra perché l’ascolto sottile va a farsi benedire con una certa rapidità, se stiamo lottando con crampi o dolori fin dall’inizio…a buon intenditor);
    Partendo da Anjali mudra, ruotiamo i palmi delle mani uno sull’altro, in senso opposto (orario una mano, antiorario l’altra), finché le dita di una mano non sfiorano l’interno del polso dell’altra e polsi e, allora, mani e spalle si trovano su un’unica linea parallela a terra;
    Adesso, agganciamo le dita di una mano alle dita dell’altra: ci troveremo coi pollici all’esterno della presa, uno rivolto al cielo e l’altro alla terra.
    È importante, per sentire bene l’elettricità che scorre, che le spalle e le mandibole siano ben rilassate.

    Ci si accorge che per tenere il Mudra è sufficiente pochissima forza: infatti, dopo qualche respiro, il Sigillo ‘sta’ da sé, e quando questo accade, è facile che lo stato meditativo sorga spontaneamente.
    Si percepisce immediatamente lo spazio al centro del torace, dalla bocca dello stomaco al cuore.

    Un piccolo approfondimento, che è anche un consiglio: a un certo punto, quando lo desiderate, girate le mani nell’altro senso, insomma scambiatele: le sensazioni cambiano!
    Onoriamo il fatto che non siamo simmetrici (e non abbiamo nessun obbligo di esserlo, oltretutto) quindi, di fatto, celebriamo la nostra asimmetria; non abbiamo nemmeno l’obbligo di eseguire qualsivoglia ‘esercizio’ da entrambi i lati.
    Detto questo, consiglio comunque di provare a scambiare l’incrocio; infatti abbiamo la tenenza naturale a iniziare (un passo, un salto, un gesto, un’Asana…) nella modalità che ci risulta più semplice, più immediata, e che di solito segue lo schema motorio abituale: ha un senso, perché il nostro istinto non ci fa ‘fare fatica’ a vuoto!
    Può essere, però, interessante scoprire quello che c’è nel lato ‘nascosto’, termine con cui di solito ci riferiamo alla zona-ombra della nostra psiche, ma che si trova pure nel fare un passo, un salto, un gesto, un’Asana, dall’altra parte.
    Nei Mudra, poi, è particolarmente stimolante: cosa ci dice, di noi, che magari non sapevamo prima?

    Dedicato a Ganesha, la divinità con la testa di elefante, invocato per rimuovere gli ostacoli, questo gesto in effetti trasmette una grande quiete, il senso di solidità della presa, e il respiro del cuore.
    Un partecipante a questo seminario mi ha raccontato di aver poi praticato Ganesha Mudra con costanza durante un periodo per lui faticoso: ha trovato in questo Sigillo prezioso grande centratura e calma.
    Pronti a sperimentare?

    Sappiamo che conoscere la storia del mito che un simbolo sottende, lo rende più facile da integrare, e dunque più potente: allora QUI c’è la storia di Ganesha, colui che rimuove gli ostacoli…

  • Mudra: ovvero, le mani sanno tutto #3 parte – Prithvi Mudra

    Mudra: ovvero, le mani sanno tutto #3 parte – Prithvi Mudra

    Mudra Yoga - Prithvi Mudra: la forza della terra - KeYoga

    Il Sigillo della Terra: ecco qui un Mudra davvero stupendo!
    Si fa così: seduti comodamente, nella nostra postura ‘felice’
    Le mani sono appoggiate  con i palmi rivolti verso il cielo; anulari e pollici si toccano, mentre le altre dita restano allungate (NON ‘tese’, non troppo ‘molli’, semplicemente allungate). 
    Ecco, siamo in Prithvi Mudra: il sigillo della Terra.
    Come per ogni Mudra, la cosa fondamentale è la qualità di attenzione che si sviluppa.
    Come per ogni Mudra, si chiudono circuiti elettrici, si contattano qualità sottili…

    Sapete  perché si chiama così? 
    Perché è dedicato all’energia di Prithvi, la Terra, la nostra energia fondante.
    Potremmo essere facilitati nel sentire meglio la portata di questo Mudra, se conosciamo anche il mito che sottendeQUI. 
    Esattamente come nella storia, questo Mudra aiuta a raccogliere le energie che ci sostengono: la connessione con la vitalità, con le nostre potenzialità, il contatto con la forza vitale.
    La stabilità.
    La sicurezza.
    Collegandoci a Prithvi, richiamiamo tutte le qualità della Terra, compresa la forza dei tessuti del nostro apparato muscolo scheletrico, dei nostri visceri.
    Perché, se è vero che senza Terra non ci può essere altro, è anche altrettanto vero che con una buona energia vitale la qualità del nostro cammino nel quotidiano diventa più intensa, colorata e bella.

  • Mudra: ovvero le mani sanno tutto #2 parte – Anjali Mudra

    Mudra: ovvero le mani sanno tutto #2 parte – Anjali Mudra

    QUI l’introduzione.

    Mudra Yoga, Anjali Mudra, KeYoga, Laura Voltolina


    Il mio Mudra preferito, e mi piace inserirlo per primo, si chiama Anjali Mudra, che significa Gesto dell’Offerta.

    [Anjali, per la cronaca, è anche un bellissimo nome di battesimo]
    Iniziamo, a  partire dalla nostra postura ‘felice’, unendo i polpastrelli delle dita davanti al cuore, piano, senza ‘schiacciare’ troppo. 
    Poi le dita, poi i palmi.
    Facciamo attenzione a mantenere le spalle rilassate: infatti le mani stanno unite con facilità, non è necessario spingere.
    Se utilizziamo la giusta tonicità (= non troppo, non troppo poco, vedi sopra…), allora percepiremo la chiusura del circuito elettrico del canale del cuore.
    Tra un palmo e l’altro c’è uno spazio microscopico ma denso, e se saliamo con l’ascolto lungo le braccia, potremo percepire  lo spazio potente e dolce del cuore.
    Anjali Mudra, Yoga Mudra, KeYoga, Laura Voltolina
    Amo questo Mudra soprattutto perché è un gesto di presenza; in larghissima parte del mondo è un gesto di saluto: e quando salutiamo qualcuno, stiamo dicendo ‘sono qui, adesso, sono presente per te‘.
    In altri luoghi del mondo è un gesto di preghiera: e cos’è la preghiera se non essere presenti alla divinità, al numinoso?
    Presenza al centro: mano destra e mano sinistra unite al centro, uniscono passato/futuro, uniscono maschile/femminile ecc.

    È un gesto intensissimo nella sua semplicità.
    Può essere praticato di per se stesso stando seduti o in piedi; chi pratica abitualmente Asana (che sono le forme, le posizioni, dello Hatha Yoga), lo troverà a incorporato anche , ad esempio, in Vrksasana (la posizione dell’albero).

    I benefici di questo Mudra sono moltissimi; trovo che l’aspetto interessante di ciascuna esperienza sia l’aspetto personale: il margine individuale, ciò che il singolo Mudra porta a chi lo sta praticando, in quel preciso momento.
    Detto questo, Anjali Mudra parla dell’offerta: offerta di sé, presenza, e dunque conduce a ‘centrarsi’ e, come sempre quando siamo ‘focalizzati’ su noi stessi, l’ansia si dilegua. Entriamo in contatto con la parte più autentica e bella di noi: quella, appunto, che si offre.
    E’ un gesto di disponibilità, a se stessi e al mondo.

  • Mudra: ovvero, le mani sanno tutto (prima parte)

    Mudra: ovvero, le mani sanno tutto (prima parte)

    Mudra Yoga, KeYoga, Laura Voltolina
    Laura Voltolina, ritratto by Riccardo Ciriello

    Sbarchi dall’altra parte del mondo, India del Sud; in solitaria, e in India non c’eri mai stata.
    La prima volta che hai visto quel gesto, quel movimento lì, eri ancora in aeroporto.
    L’avevi capito dall’incipit che sarebbe stato un viaggio interessante: hai subito sbagliato coda all’immigrazione e, anziché con gli stranieri, ti sei accorta troppo tardi di essere in quella dedicata agli indiani, perciò  hai trascorso tutta l’ora buona che c’è voluta per arrivare a mostrare il tuo visto nuovo di zecca sperando che al desk non decidessero di mandarti a rifare la coda dalla parte corretta.
    Al tuo turno l’addetto ti guarda, ondeggiando la testa a destra e sinistra.
    Pensi caspita, nemmeno il tempo di sbarcare e già sono nei guai, perché ti è immediatamente chiaro che, qualsiasi cosa significhi, quel gesto lì, non promette niente di buono; invece lui ti ha piazzato il timbro sul passaporto e via, sei uscita.
    Hai pensato che l’addetto avesse il Parkinson.
    Quando hai visto che anche l’usciere della guest house, la cameriera del ristorante e l’omino che vendeva banane al chiosco ambulante oscillavano la testa, hai sospettato che potesse essere qualcosa di diverso da un’epidemia di Parkinson.
    È un modo di assentire, ringraziare, riconoscere che sei lì, presente, stare nel ritmo delle parole che si dicono e che si ascoltano. 
    È una comunicazione gestuale.
    Che poi sono italiana e proprio noi italiani, con la gestualità, abbiamo un rapporto che definirei privilegiato.
    Non solo movimenti della testa, ma delle mani, le mani soprattutto: sono la nostra specialità.
    Gesticolare fa parte integrante nostro modo di sentire, e di comunicare
    Proprio come in India.

    Proprio come nell’arte
    Una delle raffigurazioni pittoriche super antiche che preferisco si trova in una grotta in Argentina e risale a una cifra di anni fa – e mai ‘cifra’ è stato più adatto. Indovinate cos’hanno rappresentato, quegli autori paleolitici?
    Esatto, mani. 
    Una foresta di mani, oltretutto, che toglie il fiato da quant’è bella.

    Importanza delle mani fin dalla preistoria, Mudra Yoga
    Cuevas de las  manos – Argentina

    Nei dipinti, negli affreschi, nelle icone a tema religioso, nei mosaici, nelle sculture, insomma in qualsiasi raffigurazione soprattutto a tema religioso, la rappresentazione delle mani ha un significato preciso: le mani sanno tutto, insomma.
    In India queste posizioni delle mani, delle dita, dei piedi, degli occhi, della testa, della lingua, si chiamano Mudra, che significa “sigillo” o “gesto simbolico”.
    Sono fondamentali nella danza classica (bharatanatyam, kathakali), nel teatro, nella raffigurazione delle divinità rappresentate nei templi, che siano induisti o buddisti.
    Anche nello Yoga ci sono i Mudra.
    Avete presente quelle immagini che ritraggono solitamente una fanciulla, seduta a gambe incrociate con i pollici e gli indici delle mani che toccano formando due piccoli cerchi? Foto così vengono utilizzate per venderci di tutto, dallo yogurt a un viaggio in Sicilia.
    Ecco ad esempio quel gesto lì delle mani, quello è un Mudra; nello specifico si tratta del sigillo detto della consapevolezza (cit) o della conoscenza (jnana).
    Nello Yoga, i Mudra sono potenziati: alla forza del messaggio simbolico, si unisce l’energia derivante dalla chiusura dei ‘circuiti elettrici’ dei canali energetici.
    Sono uno strumento formidabile per la meditazione e per la salute.
    Pronti a sperimentare?

    Qui tratteremo degli Hasta Mudra, che sono i Mudra delle Mani.
    Prima di iniziare 
    Un aspetto veramente importante nei Mudra delle mani, spessissimo trascurato, è che ciascuno trovi la propria ‘qualità di pressione’, perché se premiamo troppo le dita tra loro percepiamo la forza brutalmente muscolare, e ci perdiamo la sensazione sottile della chiusura dei circuiti energetici; va da sé che se la pressione è troppo labile, ci perdiamo ugualmente le percezioni sottili.
    L’invito, in questa pratica potente e così semplice da poter apparire banale, è sempre di trovare il proprio, personale, ‘tocco’.

    Un altro elemento fondamentale, lo esplicito anche se  ovvio, è che quasi tutti i Mudra delle mani si praticano seduti, o in piedi: trattandosi di ‘ascolto sottile’ è necessario che la posizione, seduti a terra, su un cuscino, su una sedia, in piedi…qualsiasi essa sia, sia ‘felice’, ci faccia sentire bene: perché che razza di ascolto profondo può esserci se stiamo soffrendo per dolori atroci alle articolazioni, al dorso, e ci sentiamo infelici?

    Quindi: postura felice e…via! 
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