Categoria: vacanzeYoga

  • Yoga, superpoteri e l’isola di Circe

    Yoga, superpoteri e l’isola di Circe

    A chi non piace la magia?
    L’idea di avere potere sugli eventi, di controllare la vita?
    Per dire, Harry Potter, io, l’ho conosciuto da adulta, attraverso la pre-adolescenza della prole altrui quando, nel mezzo di un piatto di pastasciutta, una vocina undicenne ha chiesto ‘zia Laura, ma tu sai quali sono i tre Doni della Morte?’
    Mentre combattevo con gli spaghetti improvvisamente finiti di traverso, ho capito che, per poter continuare a comunicare con le ragazze, mi sarei dovuta aggiornare su Harry Potter; e ha funzionato bene, finché la piena adolescenza ha spostato altrove i loro interessi.
    Invece il rimpianto che la saga sia finita, a me, è rimasto.
    Detto questo, che c’entra lo Yoga con la magia?
    Se pensate che Yoga  voglia dire unione, beh, vi deludo: Yoga è una parola particolare che ha tantissimi significati (tra cui unione) ma pure, indovinate? Magia!
    [*oltre a benessere, profitto, trucco, inganno, affare, adattamento…Nelle nostre classi yoga tutte incenso e namasté difficilmente ci si fa caso]
    Lo yogaha a che vedere con la magia non solo per questioni semantiche: si tramanda che il praticante di Yoga e meditazione ottenga i Siddhi, cioè i super poteri, ovvero poteri magici. Ce n’è per tutti i gusti: diventare giganteschi o piccolissimi (come Alice nel Paese delle Meraviglie), conoscere ogni cosa, essere immuni da delusioni e infelicità, comprendere ogni creatura vivente…
    Addirittura in alcuni versioni del mito di Ganesha, Siddhi è una delle sue mogli: in pratica, chi rimuove gli ostacoli è accompagnato dai poteri magici.

    La maga per eccellenza: Circe

    Se dico Circe, si pensa subito all’ammaliatrice spietata che trasformava gli uomini in maiali. 

    Tutto qui?
    Assolutamente no!
    Maga, incantatrice, signora della natura selvaggia, Circe è innanzitutto una dèa antica, figlia del Sole e della Luna.
    Circe è forte, consapevole del proprio potere e, di conseguenza, in grado di usarlo: perché possiamo usare solo il potere che conosciamo. Come per i Siddhi, che possono appartenere solo a chi pratica con costanza la conoscenza di Sè…. 
    Certo, Circe ha trasformato gli uomini dell’equipaggio di Ulisse in maiali, ma ci si scorda che, tornati ad essere uomini, erano più forti e giovani di prima e che, quando hanno deciso di ripartire, Circe fornì preziose indicazioni per la prosecuzione del loro viaggio.

    Ha senso che la trasformazione in maiali, per quanto sconvolgente, abbia conferito nuova energia: infatti il maiale, come il cinghiale, è legato alla fertilità, all’abbondanza, alla Terra; in fondo non è un caso se il salvadanaio per eccellenza è un maialino!
    Come mai Circe ha cambiato idea e ri-trasformato i maiali in uomini?
    Beh, costretta da Ulisse.
    Ulisse è scaltro, però è pur sempre un uomo: come può forzare la mano a una dèa?
    Semplice! Il mito racconta come Ulisse sia stato aiutato da Hermes (tra l’altro spesso viene associato a Ganesha, dato che entrambi rimuovono gli ostacoli), divinità protettrice dei viaggiatori, dei mercanti e dei ladri, grande mediatore, che gli consegna l’antidoto alle pozioni di Circe: è una pianta speciale di cui si dice ‘strapparla è difficile per le creature mortali, ma gli dèi tutto possono’.
    L’erba magica è nata dal sangue di un gigante che, ossessionato da Circe, l’aveva rapita, e che il Sole, padre della maga, uccise. 

    Mi piace che l’antidoto stia in mano solo agli dèi, mi piace che la dinamica tra Ulisse e Circe diventi occasione di nuove trasformazioni, più ricche, e di altre informazioni per proseguire il viaggio, di Ulisse e il nostro.

    Quale potere magico è più desiderabile, in fondo, dell’essere in accordo con la parte numinosa, riconoscerla – in noi e nel mondo che ci circonda – e abbracciarla?
    È un superpotere anche rendersi conto che alcuni aspetti delle nostre quotidianità, nei quali ci sentiamo costretti, non sono poi così importanti. 
    A volte è prezioso anche solo sedersi tranquillamente e non cercare il cellulare ogni minuto.
    *fonte Roots of Yoga, Mallinson e Singleton, Penguin Books 2017

    NB: io conosco poco le erbe, ma ecco, Le mani degli dèi di Erica Maderna, ed. Aboca è un libro da maga Circe, che invece ne sapeva parecchio.
    Come alcuni forse ricorderanno, è mia ferma convinzione che si possa trovare moltissimo Yoga in libri, come dire, insospettabili, che non contengono   la parola Yoga – in qualsiasi accezione semantica – nemmeno una volta; Le mani degli dèi è tra quei libri lì, per la capacità di evocare e di indurre con-centrazione, bello da leggere e pure da guardare. 

  • Dove arrivano le radici (ovvero ritiri Yoga, spalle e feedback)

    Dove arrivano le radici (ovvero ritiri Yoga, spalle e feedback)

    Feedback e divertimento ai Ritiri Yoga 2019 - KeYoga
    I ritiri Yoga  sono momenti dell’anno che amo tantissimo: condividere giornate intere, silenzi densi, percorsi tosti conditi da risate e magnate è divertente, intenso, mi mette nel frullatore, mi fa crescere, e mi restano consapevolezze che prima non avevo. 
    Avrò condotto almeno una trentina di ritiri, ormai, e ogni volta è una sorpresa, ogni volta è differente, ogni volta è interessante.
    La cosa che preferisco è la possibilità di conoscere meglio le singole persone.
    La seconda cosa che preferisco è sapere come crescono i semini che sono stati piantati durante il ritiro: i famosi feedback.
    La terza cosa che preferisco è il senso  di pace e gratitudine che mi resta per la partecipazione e le condivisioni.

    Silvia Ferro pratica Yoga da quando era bimba, ha sguardo pulito, punti di vista sempre originali e la disponibilità a fare esperienze e mettersi in gioco di chi ama la vita e se la mangia con gusto, a prescindere.
    Si è ‘buttata’ a seguire due ritiri uno dietro l’altro conoscendomi appena e fidandosi del suo intuito: ecco la sua esperienza!

    ‘La sensazione più bella è stata il giorno del rientro a Padova.
    In realtà mi sono presa una notte ed una mattinata in più, perché se lo meritavano! Erano da godere!
    Guidavo felice, sapendo che sarei arrivata direttamente in ufficio con ancora la macchina carica di valigie, ma sorridevo e mi sentivo più ampliata.
    Sì! 
    Avevo una specie di guscio morbido ma potente che percepivo soprattutto sulle spalle e sul dorso.

    Il mio desiderio è di poter sentire sempre questo guscio, questo strato energetico, questa me esterna, anche quest’inverno, quando sarò nel pieno della mia routine. Perciò proverò a coltivarlo, a non dimenticarmene mai.

    Mi hanno fatto sentire parte di un tutto ed avere la conferma, talvolta purtroppo necessaria, che ci può essere comunione con l’altro. So che c’è anche di più, ma non lo riesco ad esprimere a parole. O forse lo sto ancora assimilando ed arriverà più chiaro più avanti.

    Quindi, cara Laura, io ti ringrazio tanto, per come sei, per come insegni, per come sorridi, per quello che trasmetti, di quello che hai studiato e coltivato negli anni e di quello che hai di tuo innato.’
  • Flessibilità, sostegno e altre avventure (della Colonna Vertebrale)

    Flessibilità, sostegno e altre avventure (della Colonna Vertebrale)

    Colonna Vertebrale, ritiro Yoga, KeYoga

    [Laura Magni è una giovane ricercatrice, una scienziata creativa, una yogini attenta e sono sempre felicissima quando si iscrive ai ritiri Yoga. Perché ‘lavorare’ con persone che si mettono in gioco e si autorizzano a ‘sentire’ e a seguire le percezioni è una grande ricchezza e , forse, uno dei motivi per cui insegno Yoga.

    Questo piccolo ma efficacissimo feedback si riferisce a questo ritiro QUI]

    Ti voglio ringraziare molto per questi giorni, per questo approccio al Corpo che mi (e ci) hai permesso di esplorare, così non forzato e allo stesso tempo estremamente presente
    Stamattina nella mia pratica il piacere ha sostituito lo sforzo e la fluidità del Corpo ha risuonato lungo tutta la colonna, in ogni cellula

    Il giorno dopo il ritiro è per me il più ricco, per la mia crescita, perché è come se durante la notte, e nel partire e tornare alla realtà più quotidiana, i microaggiustamenti e la forma dei cambiamenti trovino il posto nel Corpo, si facciano spazio e si adagino..si integrino, direi.
    Pronta per continuare con questo sentire più esaltato e un contatto più integrato! 
    A presto cara, incredibile Laura.
    L. Magni

  • la gente mormora, ovvero rassegna stampa (parte 1 – Vivere lo Yoga)

    Vivere lo Yoga nel numero 56, in edicola a maggio/giugno 2014

    Antonella Malaguti, yogini e giornalista, è un’attenta osservatrice del mondo Yoga e ha la rara capacità di riuscire a descriverlo in modo semplice e accessibile a tutti.

    All’interno dell’articolo “Yoga in valigia – vacanze all’insegna del benessere”, ha dedicato una particolare attenzione ai nostri percorsi di Yoga d’Estate 2014, al Parco dell’Uccellina.
    “Percorsi tra Corpo, Simboli e Miti al Parco dell’Uccellina
    A pochi chilometri dalle meravigliose spiagge di Punta Ala, Orbetello e Marina di Grosseto, tra una passeggiata nell’atmosfera antica dei parchi archeologici etruschi di Roselle e Vetulonia e un tuffo nella natura incontaminata delle Terme naturali di Saturnia e Petriolo, c’è la possibilità di regalarsi una vacanza che coniuga l’aspetto tecnico e posturale dello Yoga con l’approfondimento della sfera simbolica.
    I seminari si svolgono in un’accogliente agriturismo con piscina, immerso tra gli ulivi.
    In ogni percorso, che prevede 7 incontri al mattino e 4 approfondimenti pomeridiani, i temi specifici sono accompagnati dal racconto di un mito o si una storia.
    Conduce: Laura Voltolina, diplomata presso l’Accademia Yoga Ratna con Gabriella Cella Al-Chamali, specializzata in integrazione posturale ed esperta di anatomia esperienziale.
    Chi lo desidera può ricevere, con costo a parte, trattamenti di riflessologia dei piedi o delle mani, massaggi del viso o lezioni individuali di Yoga e integrazione posturale.
  • quelli che…l’Universo in Noi!

    cosa dice chi c’era a questa settimana di Yoga

    “anche se non mi sembra cambiato nulla qui, sicuramente è cambiato qualcosa in me

    “[…] le piantine germogliate dentro di me resistono agli attacchi della consuetudine così come all’inerzia dei nodi della mia personalità; sono però sicuro che la loro sarà una crescita che mi accompagnerà per tutta la vita e che qualche tempesta ogni tanto servirà solo a rinforzarne il fusto”

     “tutto scorre, e scorre meglio. spero solo di poter mantenere questo magico stato di grazia

    “[…] riprendere i miei tempi, ritmi, abituarsi allo stretto contatto con gli altri, questi sconosciuti… sono state tutte sensazioni molto piacevoli”

     “mi sono trovata a raccontare ad amici curiosi della mia esperienza e non ho potuto che parlarne con gioia, come una delle vacanze più belle che abbia mai vissuto: seppur semplice, così unica

    “ho ritrovato un po’ della forza di carattere che mi sembrava di aver perso e la capacità di fare delle cose per me”


     “a volte la vita prende una piega un po’ arida, siamo troppo presi dai nostri impegni, spesso futili e che riteniamo così importanti. è un dare il giusto valore alle cose, nell’aridità della nostra vita può nascere sempre qualcosa di rigoglioso e inaspettato

    “un aspetto del mio carattere che ho rivalutato e riscoperto durante la vacanza è stato l’amore per la semplicità

    “se all’inizio ero un po’ diffidente anche solo nel camminare per terra a piedi nudi (aiuto, ci si sporca, ci si fa male…) è bastato davvero poco per riabituarsi a tutto ciò che ci circonda nel modo più naturale possibile

    “ho riscoperto anche la tolleranza, andare incontro all’altro

    “è stato interessante scoprire insieme come volerci bene, come massaggiare gli organi, come sentire le sensazioni, anche le più minime, del nostro corpo. il corpo ci parla, sempre, e noi dobbiamo ascoltarlo

    “ […] ho sempre dato molta importanza al volersi bene, anche molto prima dell’incontro yoga, alla cura del fisico prima interiore e poi esteriore

    “la grande bellezza che insegni resta dentro!”

    “sto focalizzando la mia attenzione alla mia postura, al mio bacino e all’allineamento generale

    “ripeto con soddisfazione l’infinito a gambe incrociate, in entrambe i versi, prima della mia meditazione mattutina: questo mi permette di avvertire meno resistenze muscolari sulla schiena e sulle cosce, punti che normalmente avvertivo come rigidi mentre mantenevo la posizione seduta, gambe incrociate e schiena dritta per i 20/30 minuti necessari”

    “nel mio approccio con il mondo ho notato di avere maggiore apertura e fiducia nei confronti di quello che mi aspetta…in generale ho una grande voglia di esperienze”

    “la testimonianza che qualcosa è rimasto di quella settimana e […] che bisogna coltivare il proprio benesseree stare bene con se stessi e con gli altri”

    “mi sento più disponibile verso gli altri, ho più piacere a stare in compagnia degli amici e penso che mi venga spontaneo di essere più estroversa e più affettuosa con amici e colleghi. con la natura avevo già un ottimo rapporto, direi che gli spunti che tu ci hai dato erano in grande sintonia con il mio modo di sentire la biosfera”


    “c’è stato un periodo in cui mi sentivo molto rigida nell’articolazione delle anche nel bacino, non riuscivo a sentirmi sciolta.  mi sembra di aprire di più le spalle e stare più dritta.   non sopporto più il reggiseno di cui prima non mi accorgevo neanche, e non penso di aver messo su altro seno…purtroppo!”
  • quelli che…il Linguaggio Segreto del Corpo

    da questa settimana di Yoga, i feedback dei partecipanti, che ringrazio col Cuore…

    “a cosa mi è servito il corso? ad aprire le finestre del cuore al sole…”

    “devi ricercare dentro il tuo corpo. ciò che scopri andrà a tuo vantaggio. gli altri possono darti i mezzi e gli strumenti ma non possono fare questa ricerca per te

    “mi “penso” come una regina, con la corona in testa, sia quando cammino per la strada, sia quando faccio marmellate o dipingo, mi sento la lepre che mette fuori la testa e annusa l’aria, mi sento a mio agio nel mio vecchio corpo arrotondato dall’età e dal vissuto. i movimenti sono più fluidi, anche quando sono veloci, e ho incorporato l’infinito nella camminata, insomma sculetto! :-))”

    “mi sento più capace di governare la mente, mi pare di aver lasciato alle spalle tredici anni di malessere che sotto sotto mi logorava”

    non sono più la stessa persona di prima. almeno in parte. credo di essermi avvicinata finalmente un pochino alla risposta alla fatidica domanda “cosa vuoi fare da grande?” – ho resistito all’impulso di fare uno dei miei soliti colpi di testa, ma non mi ero mai sentita così libera prima e sento l’esigenza di prendermi cura del mio corpo. in generale per me è stata una settimana di “amplificazione” e “apertura”!



    “ho fatto pace con il mio profilo, porto di più i capelli raccolti, mi nascondo di meno!”


    “è avvenuto un cambiamento profondo, di cui ancora non misuro la portata. mi preoccupo meno del giudizio degli altri […] piango meno e rido di più!!”

    “mi sento più di prima. mi sento più leggera a volte. sento uno spazio tutto per me, come se il mio corpo fosse una sorta di tempio, un luogo nel quale ripararmi quando fuori piove. devo dire che faccio fatica a distinguere cosa derivi dalla settimana di yoga e cosa invece dalla meditazione giornaliera, ma di sicuro la settimana di yoga ha amplificato le sensazioni corporee e il “sentire il corpo”

    “ho imparato a modificare la mia postura non appena mi rendo conto di essere ripiegata e incassata come mio solito 😉 ho scoperto un dolore molto forte alle anche con il quale convivevo senza neppure rendermi conto, ho scoperto le mie dita dei piedi anche quando cammino, ho trovato un’energia fortissima e questo mi ha spinto a correre. questo è tutto merito della settimana di yoga che mi ha permesso di esplorare i miei limiti, che sono molto più mentali che reali (la visualizzazione p.es. aiuta moltissimo)”

    “ho imparato a dare più fiducia all’intuizione che alla mente, che “mente frequentemente” “


    “mi sono accorta che […] faccio il “guardiano del tesoro” di me stessa e fatico ad espormi, mentre sarebbe cosa sana e giusta se espandessi all’esterno le mie qualità […] so di avere molto da dare ma sono bloccata. in compenso su altri fronti sento di star lasciando andare vecchi schemi caratteriali, diciamo che un po’ il lavoro interiore costante mio, un po’ lo yoga tuo (con le belle storielle che hai raccontato) stanno lentamente modificando automatismi reattivi che una volta erano decisamente forti in me. quindi nulla che faccio è vano, anzi, un gradino in più nel mio viaggio di consapevolezza in questa vita terrena. la via umida comporta pazienza…” 
  • Il Viaggio, ovvero dell’autenticità

    Pioveva.
    Un temporale primaverile, di quelli improvvisi, totali, in cui il cielo scoppia sulla terra in secchiate d’acqua che arrivano da ogni parte.
    Ero in bicicletta e qualunque riparo sarebbe stato insufficiente, inutile.
    Pioggia in faccia, pioggia sulle dita che stringevano il manubrio intirizzite, pioggia sui pantaloni che si appiccicavano alle gambe.
    La strada era ancora lunga.
    Ero appena partita e già rivoli d’acqua scendevano fastidiosi dietro il collo, lungo la schiena, dentro la maglia, freddi.
    La pioggia negli occhi restringeva il campo visivo allo stretto necessario per non finire al centro della carreggiata invasa dall’acqua, i capelli appiccicati alla fronte, zuppi.

    Tutta quell’acqua inaspettata e inevitabile risveglia la gioia bambina dei piedi pieni nelle pozzanghere d’infanzia.
    È divertente.
    La pioggia mi scioglie il trucco in rivoli neri lungo le guance.
    Le scarpe sono gonfie d’acqua, quando mi fermo ai semafori appoggio a terra piedi fradici e galleggianti. Non c’è nulla di asciutto, ormai, ma non c’è nemmeno nulla più di fastidioso: mi sono arresa all’acqua, pedalo e sono acqua, pedalo senza accorgermene, rido del riso semplice che viene col solletico.
    All’ennesimo semaforo lo sguardo mi si appoggia sulla tettoia di un negozio a bordo strada: lì, sotto quel riparo comunque inadatto rispetto al diluvio, c’è un capannello di persone , alcuni con la bicicletta a mano. Certi mi guardano allibiti, certi condiscendenti;  la differenza tra stare sotto la tettoia e bagnarsi lo stesso, ma con disappunto o timore, e stare direttamente dentro la pioggia, spontanea e divertita.
    Pedalo via, col mio trucco sciolto, zuppa di gioia fino al midollo.

    Il Viaggio vero è quello che porta alla propria natura.
    Si cammina, con passo affannato e pesante a volte, a volte leggero e, all’improvviso, dietro un angolo, ci si imbatte in noi stessi.
    Noi stessi, mica quello che abbiamo immaginato di essere o che vorremmo gli altri vedano in noi!
    La nostra faccia vera, ripulita dalla biacca, dal trucco di scena che, magari senza saperlo o senza ricordarne i motivi, abbiamo tenuto per anni.
    Prima di vederla, andava bene così: perché affaticarsi? Perché mettersi in Viaggio?
    Perché pedalare sotto la pioggia?
    Eppure è bastato permettere anche una sola volta uno sguardo sotto i trucchi, e viene la voglia irresistibile di togliere le maschere che il tempo e l’abitudine ci hanno incollato addosso.
    Allora, l’unica possibilità è uscire da sotto la tettoia, mettersi in cammino, continuare a pedalare.

    Lo Yoga è un Viaggio.
    Un Viaggio personale che però si può condividere: ciascuno avrà il proprio passo, ciascuno avrà un modo di guardarsi specifico, ciascuno troverà quello che può o deve incontrare, ma a volte è bello muoversi insieme ad altre persone in cammino.

    *immagine di Chema Madoz
  • I Viaggi

    Lo Yoga è un Viaggio.
    Un Viaggio personale che però si può condividere: ciascuno di noi avrà il proprio passo, ciascuno avrà un modo specifico di guardarsi e di guardare, ciascuno troverà quello che può o deve incontrare, ma a volte è bello muoversi insieme ad altre persone in cammino.

    Ecco due tappe di questo viaggio speciale, che vogliamo condividere.

    Nella prima, dal 4 al 10 agosto, a Sorrento, impareremo a “Cavalcare la tigre delle emozioni”.
    Cavalcare la tigre significa fare i conti con quelle emozioni, la rabbia, ad esempio, la paura, che spesso ci portano ad agire e pensare in maniera eccessiva, incomprensibile anche a noi stessi.
    “Fare amicizia” con le emozioni non vuol dire affatto combatterle o controllarle, ma imparare a “stare” in quello che c’è, momento per momento, con consapevolezza, per saper accettare noi stessi e, di conseguenza, anche gli altri.
    Ecco che le tecniche dello Yoga, posizioni (asana), gli esercizi di respirazione (pranayama) e di concentrazione con il suono (mantra), insieme a strumenti di espressione più “convenzionali”, ci accompagneranno per far emergere ciò che, a volte, nemmeno sappiamo di essere. Per ritrovarci, al termine di questa porzione di cammino che avremo condiviso, più integri e completi.

    La seconda tappa del Viaggio, dall’11 al 18 agosto sulle colline che danno sul mare delle Marche, sarà un’ulteriore occasione di ricerca, per imparare a “Volare sulle ali dell’Intuizione”.
    Infatti, se i sensi sono ” le porte della percezione”, lo Yoga ci offre le chiavi per aprirle ed entrare, con la grazia del danzatore, nel mondo incantato dell’autentica conoscenza di noi stessi.
    Allora impareremo a riconoscere i diversi effetti delle percezioni sensoriali sul nostro corpo e sui nostri stati d’animo, con sessioni di lavoro corporeo anche a coppie, usando le tecniche che lo Yoga ci ha trasmesso e giocando con alcune manzie (tecniche di divinazione), apprenderemo a vedere al di là della vista, ascoltare oltre l’udito, gustare, toccare, annusare più in là di quello che i nostri sensi ci suggeriscono per arrivare alla percezione dell’insieme, il “sesto senso”, al magico momento in cui il lampo dell’Intuizione ci illumina.

    Buon viaggio a tutti!

    *immagine di Duy Huynh
  • Romagna a testa ingiù (seconda parte)

    L’altro residenziale romagnolo sarà ad agosto, sul mare… lo stereotipo in agguato è addirittura doppio.  
    Allora ho scelto Ravenna, perchè la conosco da tutta la vita e in parte mi scorre nelle vene. Questa è una Romagna poco felliniana, non internazionalizzata dai voli charter, non spoetizzata dai grandi hotel sulla riviera.
    È la Romagna delle biciclette e dei mosaici, della cordialità diretta e semplice e della natura.
    E a Savio ho trovato la campagna sul mare, le dune della spiaggia libera, la pineta lungo la costa, l’oasi naturale.

    Perfino la più sverniciata piadineria lungo la statale dentro è pulitissima e usa farina di kamut, olio d’oliva e bicarbonato anziché indigesto lievito industriale.
    Un altro pezzo di Romagna a testa ingiù.

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